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15.4.2007 Ed eccoci in Vercors, i nostri occhi bramano il calcare Urgoniano, dove andare come inizio? ma è ovvio, alla ricerca della gouffre berger. Già, peccato che, arrivati a les ergallettes, il sentiero via via più innevato ci fa desistere dalla ricerca, diventata estenuante. Allora andiamo all'ente del turismo di Lans en Vercors che ci fornisce di un'interessante mappa con segnate tutte le principali cavità..e vai!!!

16.4.2007 Oggi grotta, non sappiamo com'è, solo che si apre proprio sulla strada, averne...si chiama "grotte des Eymards". Entriamo con le corde che abbiamo, 60 metri in tutto, in vari spezzoni; dopo alcuni passaggi stretti ma comodi, inizia appunto il pozzo, le corde basteranno? Sono bastate appena appena, tutte annodate ci hanno permesso di arrivare al fondo, con comodissimi frazionamenti. Dal pozzo si diparte una bella, ampia, condotta, concrezionata, con immensi fusoidi, percorsa da un torrentello d'acqua, la seguiamo finchè non diventa proprio impraticabile. Grotta bella, facile, pulita, che merita. Nel pomeriggio vorremmo visitare il museo del paleolitico di Vassieux en Vercors, dove hanno trovato l'industria della selce, il museo, purtroppo è chiuso, ma abbiamo la fortuna di incappare nella risorgente Brudour, immenso grottone assai invitante. Domani lo faremo, questo è poco ma sicuro.Intanto andiamo a dormire nei pressi di Combe Laval, in un accoglientissimo hotel, nemmeno troppo caro.

17.4.2007 Brudour aspettaci, entriamo tutti gasati, imbocchiamo la galleria principale, seguiamo il torrente...c'è da immergersi, già, completamente a quanto pare, e non abbiamo nè mute nè canotto, peccato. Torneremo equipaggiati, per non stare con le mani in mano risaliamo il Combe laval per scoprire dove risorge l'acqua del Brudour.Non c'è una vera e propria grotta, ma varie risorgenti di sfioramento.

18.4.2007 Abbandoniamo temporaneamente il Vercors per dirigergi a Soyons, sempre alla ricerca del paleolitico. Visitiamo il museo con industrie litiche, ursus spaeleus e altre amenità, trovate nelle numerose grotte situate sopra una collinetta sovrastante la Rhone. Facciamo doverose tappe nelle varie cavità, di scarso interesse speleologico, per la verità.

19.4.2007 Ritorniamo senz'altro in Vercors, che ci attira come calamita. Oggi andiamo alla ricerca della "grotte colomb", con industria paleolitica, non soffia, un torrente di ocra rossa ci impesta le scarpe, non perdiamo troppo tempo a setacciare selci, troviamo un'altra interessante cavità nei pressi, sempre con scavi archeologici, che chiude dopo poco. Poi, cartina alla mano, ci dirigiamo alla volta di Meaudre, alla ricerca di "le trou qui suffle", che già il nome c'aveva attirato non poco. Fortunatamente la strada forestale è aperta (apre dal 10 aprile) per cui arriviamo all'ingresso direttamente in macchina, visto che si apre al bordo della strada. Tipica grotta scoperta con i lavori di apertura della strada, nel 1937. Una violenta corrente d'aria gelida e due invitanti piastrine non fanno che accelerare i nostri preparativi. Abbiamo ormai poco carburo, riempiamo le lampade, prendiamo le corde e via. Il pozzo iniziale è di 7 metri, poi un meandro in ripida discesa ci porta in una sala circolare. La galleria che si allarga, di belle dimensioni, alternata con delle sezioni più strette, drena un piccolo arrivo fino ad un pozzo di 30 metri (armato); alla base il meandro si allarga e diventa molto pendente conformemente alla pendenza dei calcari senoniani. Arriviamo, con dei traversi e pozzetti fino alla sala della curva. Un mancorrente ci porta su un meandro intervallato da due pozzi da 12 metri. Alla base del secondo pozzo di apre la galleria della condensazione (-155). E qui decidiamo di tornare indietro, non abbiamo carburo di scorta, non conosciamo affatto la grotta, non abbiamo il rilievo, oltre tutto pare che stia diventando più stretta. Risaliamo davvero a malincuore, ripromettendoci di tornarci quanto prima. Di particolare, a parte il bellissimo calcare stratificato con noduli di selci, abbiamo notato, lungo tutto il percorso, numerosi opilionidi sulle pareti, mai visti in Italia in altre grotte.

20.4.2007 La fine del carburo ha sancito la fine di ricerca di grotte, per consolarci lasciamo il Vercors facendo la ferrata de Chironne a Chamaloc. La ferrata è divisa in vari settori, da abbastanza difficile a molto difficile,laddove devi stare appeso in parete strapiombante, usando prevalentemente le braccia. C'è la possibilità di evitare i pezzi molto difficili facendo delle deviazioni. Per il resto, è a perpendicolo ma armata benissimo. La sommità del monte è una distesa calcarea che si affaccia su tutto il Vercors. Molto divertente ed allenante, dura complessivamente due ore.

20.4.2007 La nostra meta, per tentare di dimenticare il Vercors, sono le Calanques. Facciamo tappa a Sisteron, la porta della Provenza lungo la Durance. La cittadina è degna di visita, sia per il castello ma, soprattutto, per gli strati di calcare ammonitico a perpendicolo (Rocher de Baume).

21.4.2007 Oggi andiamo a zonzo per la calcarea Estaque, partendo da Niolon. La zona è bellissima ma troppo antropizzata, rispetto alle vicine Calanques. In ogni caso, considerato che sta incuneata tra Marsiglia e Martiques, è miracolosamente ancora splendida. Il mare cristallino è continuamente attraversato da navi di ogni genere.

22.4.2007 Il nostro viaggio in Francia si conclude alle Calanques. La zona sta tra Marsilia, città di nessunissimo interesse e Cassis, formata dal calcareo massiccio di Puget solcato da gole che occupano valli dai ripidi versanti che vennero invase dal mare durante i periodi interglaciali. Da Marsiglia prendiamo un sentiero che ci porta dapprima a Sormiou e poi a Morgiou, due baiette entrambe stupefacenti.

23.4.2007 Oggi dobbiamo rientrare in quella terra devastata che è l'Italia, l'ultima passeggiata la facciamo, da Cassis, a Port Pins, partendo da Port Miou e, proprio per non rimpiangere nulla, ci facciamo un bagno nella gelida acqua cristallina.

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