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SENTIERI DEI MONTI RUFFI

Sentiero n.1: Marano Equo –fontanile del Merro -Anticoli C. -Marano Equo.

Tempo di percorrenza: ore 3.20.
Itinerario facile che, attraverso una valle in quota, unisce i paesi di Marano ed Articoli. Da questo sentiero si diparte la variante per la cima del Costa Sole (1 a).

Da Marano Equo seguiamo la strada che porta al Santuario della Madonna della Quercia dove è possibile lasciare l'auto.
Dalla chiesetta, prendiamo la sterrata che sale (trascurare i primi due sentieri sulla destra) e giunti dopo pochi metri quasi alla fine della salita, imbocchiamo una mulattiera sulla destra (nei dintorni si trova la località Menorelli, sito delle antiche popolazioni Eque) che inerpicandosi tra i castagni (trascurare il bivio a sinistra), ci permette di guadagnare rapidamente quota fino ad incrociare la sterrata che avevamo precedentemente abbandonato (ore 0.20).
Percorsi pochi metri a destra fino al tornante, lasciamo la sterrata e continuiamo per un evidente sentiero, che dopo aver superato un cancelletto ed uno spiazzo erboso, giunge ad un bivio: qui seguiamo il sentiero più a monte e, dopo breve salita, arriviamo sull'ampio e tranquillo pianoro di valle Frasso (710 m. -ore 0.40).
Continuiamo a sinistra su una mulattiera ben visibile che risale il versante e dopo un tratto di suggestiva panoramica sulla valle dell' Aniene e oltre sui Simbruini, si congiunge in località Prato Marano, con la carrareccia proveniente da Rocca di Mezzo; seguendola in breve raggiungiamo il Fontanile del Merro (801 m. ore 1.30) dove spesso si incontrano numerosi cavalli al pascolo. Dopo una breve sosta, riprendiamo il cammino e risalendo la vallata ci affacciamo sugli ampi pascoli di Fonte Lupo delimitati, a sinistra dal ripido versante dei Monti Roffi ed a destra da quello dei Mandrilli la cui superficie appare tormentata da numerose rocce affioranti a forma di lama modellate dall'erosione. Sia Prato Marano che Fontelupo rappresentano degli esempi di prateria mesofila.
Raggiunto il punto più alto della vallata ci appare, come stagliata nel vuoto l'aguzza punta di Rocca Sorci dove sono ancora visibili i resti dell'antico fortilizio Benedettino fatto distruggere da Papa Sisto V alla fine del XVI secolo perchè covo di briganti, unitamente forse, alle due minuscole rocche situate sulle alture dei Mandrilli.
Continuando in leggera discesa, lungo tracce di sentiero e mantenendoci vicini ai Mandrilli seguiamo l'incavo di un fosso: è interessante osservare la profonda incisione meandriforme causata dallo scorrimento delle acque piovane.
Più avanti, in località Le Prata, scoscese pareti calcaree segnano il termine della valle, da qui con breve discesa arriviamo a Fonte Fonticali -670 m. -
Lasciata la fonte proseguiamo la discesa, fino a giungere su una sterrata ed in breve, ad un fontanile in località Colli nei pressi del campo di calcio e da qui al paese di Anticoli Corrado. (ore 2.10)
Dopo aver visitato il paese, ritorniamo sui nostri passi e dal fontanile, prendiamo subito a sinistra, poi a destra e di nuovo a sinistra, per giungere al termine di una stradella dove ha inizio un sentiero, che si dirige verso il fosso Fioggio.
Scendiamo agevolmente lungo uno stretto sentiero che si snoda tra calcari affioranti querce, fino a raggiungere il fosso Foggio dove, le alte pareti scavate dall'acqua che corre veloce tra grandi massi ricoperti di muschio offrono uno spettacolo suggestivo e invitano ad una breve sosta. Riprendiamo il cammino, procedendo a mezza costa fino a guadare un ramo del fosso Scandrigliesi (quota 450 m.) e superata una staccionata ci inoltriamo in un folto bosco di castagni che a tratti si apre sulla valle sottostante.
Il percorso, non sempre ben visibile, continua in quota fino a sbucare sul tracciato del metanodotto (q. 450 m.). Qui il sentiero si perde e bisogna risalire lungo il metanodotto il ripido versante fino alla base di un muro di contenimento realizzato con pietrame ingabbiato, (q. 520 m.)per ritrovare sulla sinistra, nei pressi di un albero il sentiero.
Il primo tratto, poco praticabile all'inizio dell'estate quando la folta vegetazione intralcia il cammino, è per fortuna breve.
Attraversato un fosso, il resto del percorso procede agevolmente prima al riparo del bosco, poi allo scoperto fino a superare un secondo fosso: da qui un sentiero tra i castagni ci porta su una sterrata ed in dieci minuti al Santuario della Madonna della Quercia.(ore 3.20)

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