va a Frascati-Albano

Castelli Romani

Inquadramento geografico

Con la denominazione Castelli Romani si indica l'intera area geografica, posta a sud-est della città di Roma, intorno ai Colli Albani, costituita da un insieme di paesi e cittadine, in parte del territorio del Latium Vetus, circondati dalla Campagna romana.

I Castelli Romani comprendono: l'area tuscolana (Colonna, Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone, Monte Compatri, Rocca di Papa, Rocca Priora); l'area appia o albana (Albano Laziale, Ariccia e Castel Gandolfo); l'area lanuvina (Lanuvio, Genzano di Roma, Nemi); l'area artemisia (Velletri, Marino).

I Monti dei Castelli Romani:
Maschio delle Faete 956 m
Monte Cavo 949 m
Monte Peschio 939 m
Colle Jano 938 m
Maschio dell'Ariano 891 m
Monte de' Ferrari 886 m
Malepasso 864 m
Monte Vescovo 822 m
Colle la Gigna 820 m
Monte Sarapullero 816 m
Monte Artemisio 812 m
Monte Ara 785 ma
Monte Salomone 778 m
Monte Ceraso 766 m
La Montagnola 750 m
Colle dei Guardiani 747 m
Monte Spina 731 m
Colle Marcone 726 m
Monte Fiore 723 m
Colle Tondo 686 m
Tuscolo 670 m
Colle della Mola 640 m
Monte Tagliente 625 m
Colle dei Cappuccini 615 m
Colle Capo Rosso 600 m
Colle Bello 600 m

Geologia

La maggior parte del territorio dei Castelli Romani è composto da materiale eruttivo prodotto dal vulcano laziale nelle fasi finali, che ha dato origine al peperinoestratto a Marino, ad Albano, ad Ariccia
La zona dei Colli Albani in origine era costituita unicamente dal Vulcano Laziale, che iniziò la sua attività circa 500 000 anni fa.
Il processo di sviluppo del vulcano si divide in più parti:
1) l'accumulo dei materiali vulcanici determinò l'edificio centrale, che si sviluppava tra il Mar Tirreno e i rilievi appenninici.Questa fase, iniziata 500 000 e conclusasi 360 000 anni fa, si chiuse con la formazione di una grande caldera il cui orlo costituisce il recinto esterno del vulcano medesimo, ovvero la cinta montuosa costituita dalle alture del Tuscolo e dell'Artemisio, e che viene appunto definito recinto tuscolano-artemisio. 3) Terza fase, detta di Attività idromagmatica (150-30 000 anni fa): la terza ed ultima fase si caratterizzò per le forti esplosioni legate al contatto tra magma ed acqua. Queste esplosioni furono all'origine della formazione di crateri eccentrici, i quali, riempitisi d'acqua, formarono i laghi Albano, di Nemi, e quelli prosciugatisi di Valle Ariccia e di Valle Marciana.

Storia

Al centro dell’antica Caldera del Vulcano Laziale si formò migliaia di anni fa un piccolo cono eruttivo che mantenne l’attività fino al tempo dei Romani, tanto che lo storico Tito Livio narra di sassi lanciati in cielo con tremori di terra e voci tonanti. In effetti erano gli ultimi sussurri del vulcano che già ospitava una popolazione residente, i Latini, che in realtà erano una coalizione di varie tribù che abitavano i Colli Albani. Nella zona delle Faete vi era la città di Cabum nata probabilmente in relazione al culto del Tempio di Giove posto sulla sommità del Mons Albanus, l’attuale Monte Cavo. Distrutta dai Romani, non è rimasto nulla a testimonianza, in quanto le abitazioni erano edificate con argilla legno e paglia.

Flora del Lago Albano:

Lungo il perimetro del Lago

va a Frascati-Albano

torna all'indice

torna a montagne

torna a menu