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25.4.2013 Vignanotica
Oggi giornata di festa e di riposo assoluto, l’amante della natura s’interessa del nostro itinerario odierno, ha ormai desistito dal volerci accompagnare, il tablet è ugualmente efficace e perderci è un gran gusto supplementare. “Mare a Vignanotica” rispondiamo all’unisono. Così ci descrive tutte le coste da Mattinata a Vieste, scempi compresi, manco non l’avessimo ben visti, ci buttiamo a capofitto in una animata discussione contro gli scempi tutti, comprese le pale eoliche. Ben, a me le pale eoliche non dispiacciono affatto visto che sono un palliativo alle centrali nucleari. Guai a dirlo all’amante della natura però, in compenso il Nozzolone pretende la molto poco ecologica marmellata piena di zucchero che questa che ci propinano fa schifo al cazzo, per parlar chiaro. “Fate bene ad andarvene” dice l’amante della natura “che oggi c’è una festa con 300 persone e si balla, si canta, ecc, ma potere restare se v’interessa ballare, v’interessa?” “NO!” esclama il Nozzolone “lo supponevo” risponde l’altro e io zitta perché sotto sotto mi sarei fatto un giro di zumba, en passant. Ma il mare è altrettanto femminile, come cosa, una si sdraia mollemente al sole, si mette il costumino osè, si unge per bene di crema, legge un libro romantico sulla vita di Caterina d’Inghilterra ed infanta di Spagna e bon, che altro vuoi fare nella vita? Il Nozzolone sta altrettanto bene rintanato nella grotta marina, che non può prendere il sole, e la giornata scorre placida. Anche troppo. Non ho fotografato fiori oggi, così mi resta da fotografare interessanti amenità geologiche di questa falesia a picco (con sassi che ci cascano in testa, per inciso..).Zac! imbraccio la digitale e via a fotografare faglie. Il panorama diventa interessante di botto, un uomo nudo mi avverte che la parete precipita e lui ci sta sdraiato sotto, glielo faccio osservare, che lo dice a me? Sarà per attaccar bottone, penso. Più avanti un bel ragazzo nudo me l’attacca davvero il bottone. Ok, sentiamo che ha da dire. Prima di tutto mi chiede spiegazioni geologiche, ahò, so’ ferrata nell’argomento, cerco di imbastirgli la lezione di Paolo sull’avanfossa e l’avanpaese e, della mia, sulla selce. La conclusione è che si rimette le mutande e mi dice che insegna tai chi? Vuoi farti una lezione? Come no? Immediatamente. Facciamo sta lezione sotto le pareti franose mentre sento tutti i sassettini che cascano toc toc. Mi avverte che non sono abbastanza rilassata e sarà che magari ho paura di lui. “Non ho paura di niente” rispondo, ma ad onor del vero, della parete che precipita si, avrei preferito far lezione in mezzo al mare piuttosto, ma è troppo freddo. Va beh, finita la lezione me ne torno dal Nozzolone che si sta mangiando tutteccose senza di me. Gli racconto della lezione di tai chi, “anvedi, qua non ci sono più i maniaci di una volta” risponde. Dopo un po’ arriva il ragazzo e facciamo amicizia, parlando delle amenità garganiche e poi, ovviamente, di politica, che oggi è pur sempre il 25 aprile e una botta di profondo rosso serve. All’albergo ferve la festa con balli del tempo di chicchi e nina, mica la scatenata zumba moderna, ahò, non è cosa per me. Per oggi mi contento di una bella abbronzatura dorè…avrò esagerato con la crema antisole?

26.4.2013 Pantagargano
Oggi l’amante della natura ci propone le zone umide vicine a Manfredonia, paradiso degli uccelli, oasi straoasi che devi prenotare il gruppo, pagare 10 euro, altrimenti non puoi andarci. A me delle zone umide, che sono spelea e di umido ne ho fin troppo, sai quanto m’interessa, e poi ieri ne ho visti due di uccelli, mi bastano. Il Nozzolone, dopo aver preteso la marmellata con lo zucchero, propone l’itinerario “Tomaiuolo-Santa Maria di Pulsano”. L’amante della natura è assai soddisfatto della scelta, ce l’aveva proposto da bell’inizio. Il percorso è molto facile, tra prati verdissimi, boschetti di lecci e querce, la valle Mattina sopra e la valle Mollica sotto, e, ovviamente, con una marea di fiori di tutti i tipi, compresa la rara endemica campanula garganica. Arriviamo abbastanza presto al santuario di Pulsano e vorrei immergere il Nozzolone nell’acquasantiera, visto che dice di essere stanco. Io, che stanca non sono, vorrei scendere tutte le valli, fare il sentiero dall’altra parte, arrivare a Manfredonia e tornare da MonteSant’Angelo a piedi. Ecchè! E’ l’energia del tai chi di ieri, quella del tizio che dai che mi domandava se sentivo l’energia, si vede che arriva a scoppio ritardato. Invece, nella buona e nella cattiva sorte, acconsento alla proposta del Nozzolone “andiamo a cercare la grotta di pian della Macina a Sannicandro Garganico” “ma sta dall’altra parte!” obietto “passiamo la giornata in macchina” “no” sostiene lui “è solo mezz’ora di strada!” ma de che!! Avrà impostato il tablet a volo d’aereo, sicuro come una palla. Va beh, ci vuole pazienza, salgo in macchina con tutta st’energia che non so che farne. Ci fermiamo a mangiare le fave alla dolina Pozzatina, ne spreco un po’ a fotografare ogni minima orchidea e ce se sono a centinaia. Dopo un sacco di strada ecco pian delle macine e l’omonima grotta..chiusa!!!!!!!! ahò! Che già speravo di scenderla e buttare l’energia a cercare eventuali prosecuzioni alla faccia dei pugliesi. Macchè, e mò? Il Nozzolone propone di ritornare dalle nostre parti attraverso un bosco che si chiama spinapulci, come nome te lo raccomando. Invece il posto è bello, ma la strada asfaltata di colpo s’interrompe in un cancello,“proprietà privata” ahò. Questa è del pulcioso, s’è comprato anche il bosco, annamo và. Dove? A bosco quarto. Bene, quello con i serpenti? Il bosco è magnifico, il sentiero pure, si snoda tra cerri maestosi e un sottobosco pieno di erbe e fiori colorati, nessun serpente. Però fatti pochi passi il piede del Nozzolone cede, non c’è verso, l’uomo prosegue ancora ad oltranza ma il piede resta lì inchiodato che non lo smuovi manco a calci. “Va beh, torna alla macchina, io proseguo ancora un po’ che devo scaricare sto surplus di energia altrimenti chi mi regge”. Ma senza Nozzolone mi viene una tristezza che non ti dico, i fiori perdono di colore, il bosco mi pare di colpo insipido mentre lo immagino lì zoppicare verso la macchina triste e mogio. Dietrofront, lo raggiungo a passo di carica, ahò, sai che ti dico? Magnamose ste fave e domani scendiamo a PallaPalla che il piede lì non ti serve, colleghiamo tutte le corde con duemila nodi e se non arriviamo al fondo risaliamo e bon. Hai visto mai, se non è Palla Palla c’è sempre grotta Scaloria e facciamo contento l’amante della natura. E vaiiiiiii!!!!!!!!!

27.4.2013 Grotta Scaloria
Oggi piove, il Nozzolone ha male al piede ed all’anca,dobbiamo trovare qualche cosa di alternativo. Andiamo a vedere se Grotta Scaloria è aperta e poi a visitare il museo di Altamura. Questo è il programma. Grotta Scaloria è chiusa da cancello, ma una piccola apertura sotto i tubi dell’acquedotto potrebbe farci passare. “ Ci torniamo un altro giorno” dici il Nozzolone, “meglio per oggi andare ad Altamura”. “Però passiamo per le saline di Margherita di Savoia” propongo “che potremmo vedere una gran varietà di uccelli”. Non che l’argomento interessi al Nozzolo ma a me si, ho la digitale pronta a fotografarli tutti. In effetti vedo il cavaliere d’Italia, quello bello non quello fetido, le egrette, i fenicotteri, gli aironi e non ci fermiamo. A Margherita di Savoia decidiamo che è troppo lungo arrivare ad Altamura, meglio tornare e fare altre cose garganiche. Cosa non so, piove a dirotto. Vorrei fermarmi a fotografare gli uccelli ma piove troppo. Ahh! Giornata da centro commerciale. Infatti c’andiamo a comprare solette imbottite. E poi? Davanti a Grotta Scaloria, intuculo la pioggia, eccoci pronti! Ci prepariamo a chissà che esplorazioni, arriviamo all’ingresso con l’ombrello e ci bagniamo lo stesso tutti per via del campo di grano alto alla vita e degli scarponi che fanno passare l’acqua come carta assorbente, beh, sono gli scarponi da grotta, quelli che non hai mai cuore di buttare perché tanto in grotta quelli nuovi si rovinerebbero. Cioè giriamo sempre con questi che hanno il carrarmato come le ciabatte. Passo la strettoia ed il Nozzolone s’incastra con i due metri di torace che si ritrova. Non c’è verso. Allora vado a vederla io sta grotta già che ci sono. “Si vai, passami il cellulare nel caso debba chiamare il soccorso speleo pugliese”. Come buon augurio non c’è male. Scendo per sta sala (sala?) alta si e no un metro, speranzosa che si alzi almeno un po’, ma de che, arrivo in un punto dove dovrei anche infilarmi in una bella strettoia, dall’altra parte mi pare che ci siano altrettante strettoie oppure che il soffitto s’infili nella terra del pavimento. Immagino che il Nozzolone stia già digitando il CNSAS aiuto aiuto venitela a salvà , per cui mi faccio sentire “ahòòòòòòòò mò tornoooooooo” e m’infilo in un’altra sala (sala???) tanto per non fare troppo la sega. Questa poi non continua proprio. Fine delle esplorazioni. C’abbiamo messo più tempo a vestirci e svestirci che a venire in sta grotta. Tant’è, mi sono anche infangata, come dire, il bello della speleologia è tutto qua. Fango. “Volfango, par queo va in grota..” come dice il mio speleo veneto amico. Visto che piove a dirotto, si torna in albergo a studiare. Io fiori, il Nozzolone all things.

28.4.2013 Bosco Quarto
Splende il sole, tutto il Gargano sorride e noi andiamo al bosco quarto. Il Nozzolone si riempie i piedi di cerotti, si mette le solette super molleggiate, i pedalini morbidi, inforc a i bastoni e via. “Cammina piano” mi dice, manco c’è bisogno di dirlo, devo fotografare ogni minimo fiore e più che camminare procedo a strasciconi. Il nostro percorso non è segnato, c’è solo un cartello “valle ragusa” ma l’abbiamo scelto perché è facilissimo, orizzontale, non sale, non scende, e s’inoltra piacevolmente dritto per dritto nel bel mezzo del Gargano. Quando vedo che si potrebbe deviare per scendere la valle ,propongo di avanzare sempre dritti così anca e piedi non vengono sollecitati troppo. Dopo aver camminato circa 8 kilometri, ecco arrivati ad un bivio e finalmente il Nozzolone imposta tablet, punti, gps, tutteccose.Un apposito cartello c’informa che abbiamo fatto il sentiero dei diversamente abili. Che c’era anche bisogno di dirlo? A parte la sottoscritta che gode di buona salute (Dei, non guardate da sta parte…) e potrebbe benissimo fare la badante, l’altra parte del gruppo ce l’ha tutte, altro che diversamente abile, leva l’ultima parola. Sto fatto del diversamente abile si vede che l’ha colpito perché appena vede un apposito muretto ci si sdraia sopra e mette a nudo i piedi doloranti. “Ahò che puzzaaaaaa!!!!!” se c’era la probabilità di vedere lupi e caprioli dauni, qua scappano tutti dal tanfo, io intanto mi trovo un posto al sole che mi godo il boscoquartobeach. Mangiamo vah, ma oggi c’hanno rifilato un pane ed una mozzarella che dio ce ne scampi e vongole, fanno schifissimissimo peggio della marmellata senza zucchero. Così il Nozzolone riprende la camminata e decide che possiamo fare il giro passando per la caserma della forestale. Bene, tralasciamo il bosco pezzente, che a dire il vero come nome sarebbe stato adattissimo a noi, e c’inoltriamo nel percorso scelto. Dopo un’altra decina di kilometri ecco Casa Natura. Ex caserma della forestale. Dove ci si arriva in macchina, lo so perché vedo un gruppo di gitanti, di cui uno sulla sedia a rotelle, che discutono di fiori, come dire se sia il caso di raccoglierli. Subito mi salta la mosca al naso. “Mi raccomando non raccoglieteli che sono rari e poi scompaiono” . Questo perché ho visto una orchis purpurea raccolta e ieri un sacco di altre orchidee messe a seccare davanti a un cristo morto. Mihhh!!!!!! Il Nozzolone mi redarguisce, lui invece vuol tornare a protestare da quelli che gli hanno venduto pane e mozzarella schifosi. “Anvedi, io non posso ammonire i gitanti per i fiori, che essendo del Cai, dell’SSI, della FSL, della lega ambiente, e di enne altri gruppi salva tutto potrei far loro la multa e tu invece protesti solo per la mozzarella??” Ciò detto entro nella Casa natura per vedere se c’è qualche guardia forestale. Macchè. Solo un bar-ristorante. Ok mi prendo il caffè che mi fa effetto camomilla. Poi mi sdraio mollemente nelle amache che stanno lì intorno a guardare male i gitanti mentre il Nozzolone arimette a nudo i piedi. Meglio, così facciamo spazio, chi s’avvicina? Muore di puzza. Ariprendiamo il cammino lemme lemme che il Nozzolone ha proprio un gran male. Minchia, mica posso portalo in braccio, penso, meno male che ha fatto il boy scout e lo speleologo e sa stringere i denti. Dopo una ventina di kilometri in tutto arieccoci alla strada asfaltata. A sto punto lascio il Nozzolone buttato da una parte e velocissimamente vado a riprendere la macchina. Velocissimamente perché sia mai che arrivi il maniaco del bosco quarto e mi faccia fare una lezione di tai chi en passant, hai visto mai…

29.4.2013 Isola di Varano
Ahi noi, l’amante della natura non ci fa più compagnia alla mattina raccontandoci con molta passione i luoghi da vedere, il Nozzolone ha i piedi piagati, giocoforza ci resta il mare. Ieri siamo tornati a Vignanotica ed ho rincontrato con piacere il mio nuovo amico tai chi. Oggi andiamo nella riserva naturale dell’isola di Varano. Dall’esterno è una meraviglia, una striscia di terra ricoperta di un folto ricco bosco e verso il mare..mihhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!! un loamaro. Per carità, ci saranno una decina di metri tra il mare e la duna abbastanza puliti ma dopo, tra il bosco e la duna, c’è una striscia ininterrotta di immondizia, ma tanta, tanta, tanta che mi sgomento a vederla. Immediatamente penso all’Eubea, anche lì una spiaggia bellissima e lunghissima, un sogno di litorale, devastato dalla risacca che ha portato di tutto. Di solito quando vado al mare pulisco un po’ di spiaggia ma qua il compito è assolutamente al di sopra delle mie forze. Ci vorrebbe un “puliamo il mondo” specifico, una chiamata in forze tematica per pulire questa spiaggia stupenda. E poi penso che qualcuno potrebbe specularci, magari sporca si protegge, chissà. Intanto lascio il Nozzolone a leggere sotto i ginepri e vado a fotografare la spiaggia. Cammino, cammino, cammino rimurginando sull’essere umano e su quanto riesca a rovinare sempre tutto, sulla smania di accaparrarsi i posti più belli per lasciarli devastati, sulla cementificazione, sulla privatizzazione dei posti ancora integri. Non mi accorgo di essermi allontanata tanto e di colpo torno indietro. Il Nozzolone sta lì di vedetta tutto preoccupato “non ti ho vista più!!” “è che sei cecato, stavo nella spiaggia (..magari enne kilometri oltre..) e poi camminare fa bene alla cellulite (che mi manca zumba, mi manca manca manca)” “si ma stavi senza scarpe, senza cellulare e se ti succedeva qualcosa come venivo in soccorso che non posso camminare?” ha ragione povero Nozzolone, anch’io mi preoccupo sempre inutilmente per lui. A dire il vero in altri tempi mi sarei incazzata di sto elastico corto ma adesso proprio no, ci stiamo preoccupando l’uno dell’altro come se, come dice il mio amico tai chi, non sapessimo che niente è nostro. Al ritorno decidiamo di attraversare la foresta umbra. “Facciamo questa strada, ci manca” niente vero, l’avevamo percorsa un mese fa e ci siamo scordati. Un’upupa ci attraversa la strada tutta contenta. “Vedi? Questi sono posti fantastici, con la giusta dose di antropizzazione agricola e di natura selvaggia” “si, a parte il loamaramento che lasciano dovunque”. Percorri boschi, foreste e coste fantastiche e trovi dappertutto bottiglie di plastica, di vetro, lattine ed immondizia varia magari a due passi dal cassonetto. Perché? Intanto arriviamo alla caserma della forestale. Qua finalmente possiamo ammirare i daini garganici, tristi e malconci dentro al recinto “magari fuori se li magnano i bracconieri” obietta il Nozzolone. Già. Visitiamo il museo naturalistico e cerchiamo di imparare i nomi dei rapaci che noi chiamiamo aquile o poiane a seconda della grandezza, ignorando completamente tutto il volatume rimanente. “Caro mio, di pesci e di uccelli ne conosco proprio pochi, dovrei esercitarmi sull’argomento invece di pensare sempre e solo ai fiori!!” dico en passant, guardando la ruspante guardia forestale che sta a guardia del museo. Ecco, appunto, attacco il bottone con sta guardia denunciando gli estirpatori di orchidee selvatiche con la scusa di donarle a cristi, santi e madonne. Al chè anche lui si sfoga raccontandomi la protervia delle persone che si sentono in diritto di raccogliere fiori per metterli alle madonne e guai a redarguirli e domani, primo maggio, paventa la devastazione dell’ambiente peggio degli unni. Il Nozzolone per tutta risposta mi dice che gli piacerebbe fare la guardia forestale. Pure a me! Si ma t’immagini quanto ci roderebbe il fegato aver a che fare con sti loamaroni??? Già. Non è cosa per noi, senti, e se ci ritirassimo in quella casetta nel Gargano che ci piace tanto, distanti da tutti??? Sehh , va a comprare un kilo di sale, vahh, cammina fino a Margherita di Savoia e poi dimmi…
(Loamaro= termine veneto per immondezzaio)

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