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18.7.2017 Pula. Ci tocca andar via da sto paradiso terrestre di boschi, silenzio e grotte per andare nel baccanoso mare. E non mi va per niente. Però per salutare la Slovenia passiamo a vedere l’ingresso della Planina Jama. Tanto per fare un pieno di freddo di grotta e arrivare fin dove si può con la frontale. Un cancello ci sbarra la prosecuzione altrimenti noi tre, vestiti già da mare e con una sola frontale, ci saremmo fatti tutta la grotta, gasati come siamo. Anche la Olga, si capisce, che davanti alle grotte tira fuori una grinta speleologica e vuol vedere dove va a finire. A Postumia, esci dalla turistica col trenino. Come il famoso maiale da Bocca Lorenza usciva in Rana. A malincuore prendiamo la via per l’Istria e il padrone della casa di Pula ci telefona per dirci di non arrivare troppo presto. Persona saggia si sarebbe fermata al mare lungo la via. Ma il Nozz e la Olga si fermano al ristorante. E dire che ho ancora la colazione sullo stomaco. Nun ja posso fà…annatevene a magnà che vado a far due passi. Ciò detto m’incammino per l’Istria sconosciuta, cercando fiori. Ne trovo troppo pochi per i miei gusti e mi tocca tornare da sti due per prendermi almeno il caffè. Riprendiamo sto pellegrinaggio con il clima che diventa via via più rovente fino a Pula. La casa affittata è bellissima, i padroni, Mirco padre e Mirco figlio, ci accolgono con gran cordialità “complimenti! che bella casa!!” “”tutta arredata Ikea!” rispondono, ambè, ecco perché, pare quella della pubblicità. La Olga può pure scegliere tra due letti e, conoscendola, passerà dall’uno all’altro durante la notte che la mattina dice sempre “non gò mai dormio”. Bon, sistemate le cose andiamo al mare. Dove? Dove ci consiglia il padrone, una strada sgarrupata e un mare tipo ostia lido, stessa gente, stessa acqua, forse anche peggio. La Olga è ben contenta e mi spinge a fare una bella passeggiata. Certo non vedo l’ora, sotto il caldo cocente, tra un miliardo di bagnanti e la vista sul mare marrone. Ma davanti ci sono le Brioni, terra degli smerdoni del jet set, ecco perché il mare è così marrone!! Cammin cammina passiamo per la spiaggia degli handicappati, per quella dei cani e troviamo uno spicchio di mare trasparente. Chissà com’è mi chiedo. Buono a sapersi, torniamo indietro per dare la buona notizia al Nozz. “Vieni a farti il bagno laggiù!!” “quanto c’è da camminare?” “pochissimo” dice la Olga che si sta allenando per il Santiago de Compostela. Trascino il Nozz nel mare pulito e ci facciamo un bagno ristoratore. Poi andiamo a vedere dall’altra parte della baia se tante volte fosse pulito anche di là. Macchè. Di notevole c’è una bellissima pineta, tipo quella di Castelfusano prima che la bruciassero. Troviamo la Olga che dorme, dorme talmente bene che non vorremmo svegliarla, ma son quasi le 7 e tocca pure fare la spesa. Per provare la cucina Ilkea. Intanto provo la lavatrice Ikea. La Olga invece resta in estasi mistica davanti al lampadario Ikea, un trapeo che ogni volta il Nozz ci passa ci sbatte in testa e più che luce fa penombra. Il programma comprenderebbe anche Pula by night ma siamo stratolti dal viaggio. “Semo sta anca masa bravi” dice la Olga in continuazione. Come se l’avesse fatto a piedi stile Santiago. Forse avremmo dovuto fare più tappe, ogni 30 km, sosta per mangiare, e lo so che questo vorrebbero sti due.

19.7.2017 Avventure marine a Pula. La Olga stavolta si sveglia a ore straore ma già tutta pronta, pettinata e in tiro. Che non si dica che la mattina sta giù. Bon, facciamo colazione e usciamo pronti per il mare. Ma c’è il brombaro. La macchina sta proprio sotto al brombaro pieno de brombeti gialli tutti da mangiare. Vedrai che finita la vacanza la pianta è spelata siccome passaggio di cavallette. Il Nozz, pazientemente, attende la spogliazione del brombaro e via. “Dove nemo?” Proviamo a Punta Christo. Vediamo un posto che, a parer mio, merita, ombroso, con acqua marroncina ma non tanto, senza gente ma, ahimè, senza bagno. Perché l’effetto dei brombi si conosce. Serve un bagno a portata di natica. Allora che si fa? Si torna al posto di ieri. “Belo sto posto” dice la Olga, “come no, abbastanza schifoso” rispondo, che avevo già fatto la bocca per Punta Christo. “Va ben, almeno prendiamoci un caffè che ci tira su” propongo. Andiamo a un casotelo che sta sulla sinistra, sperando di trovare anche un bagno. Si c’è il bagno chimico ma senza acqua. Che spussa! E il caffè? Aspettare mezz’ora. To nono!! Ce ne andiamo nel casotelo che sta sulla destra, sempre cercando bagni, sempre chimici e senza acqua. E non ha il caffè. Bon, seguitiamo a camminare fino all’ulteriore casotelo stavolta con caffè e bagno chimico senz’acqua. Di necessità virtù. Riportati Olga e il Nozz all’ombra, decido di andare a Punta Christo a piedi. “Vado laggiù e vedo come sono quelle spiaggette, soprattutto se ci sono bagni”. Vorrebbe venire anche la Olga, nonostante un piede mezzo azzoppato, ma le consiglio vivamente di astenersi. Meno male perché faccio un sacco di strada, entro in un campeggio, vedo le spiaggette senza infamia e senza lode, con bagni chimici. Terminato il campeggio m’inoltro per un sentiero ameno nel bosco che porta ad un bivio, da una parte si va verso la sommità di Punta Christo, dall’altra si percorre il perimetro del promontorio. Velocemente cerco di fare il perimetro fino ad incontrare un viottolo che porta al mare. Scendo e trovo un posto stupendo. Mare cristallino circondato da pini, piattaforma carbonatica che scende a gradoni e prosegue dentro l’acqua, pochissime persone. Accidenti, qua mi faccio un bel bagno!. Telefono al Nozz che non si preoccupi. Che acqua, da una parte mi trascina che è una bellezza, il ritorno è duro, controcorrente non si arriva mai. E vedo una coppia che balla nuda con un ritmo sudamericano. Ahò qua sarebbe il posto mio. Nemmeno mi asciugo e torno in fretta che ho fatto tardi. Li trovo mezzi addormentati all’ombra. “E’ ora di mangiare, faccio un bagno e andiamo”. Come Angelo mi do una meta: la corda. Che sta distante quasi come le Brioni. Vedo il Nozz che sta tutto impettito e già immagino la sfuriata. “Dove sei andata???” “alla corda, perché?”. Manco mi asciugo, prendiamo baracca e burattini e via a mangiare dal Gardelin, indicatoci dal padrone di casa. Ciò per far mangiare il pesce alla Olga. “Vieni al mare e non mangi il pesce?”. Veramente non solo lo dà quasi tutto a me, ma lo portiamo pure a casa. Perché la Olga, più che il pesce si mangia i brombi. Tanti ne mangia che poi è un continuo andare al bagno. Mi tocca fare acqua e limone. “Che sia stato il pesce?” no i brombi? Fatto sta che a casa nessuno si muove, tipo topi di biblioteca, zitti zitti a leggerci i rispettivi libri. “Perché fa caldo, stasera andiamo a Pula a vivere”. Si proprio. Intanto trova il parcometro. Il Nozz si gira tutta Pula mentre noi facciamo la guardia alla macchina, musica a palla. Poi arriviamo all’arena tutta rosa. Che c’è un concerto si vede. Infatti non entriamo. Cerchiamo di andare a veder altro, ma qua la Olga si ricorda di aver mal di piede. “Di notte non vedo dove metto i piedi, non vorrei scavessarli”. “Qua facciamo poco by night!! Meglio tornare” propongo, che tanto la foto all’arena rosa l’ho fatta e poco sopporto la confusione. “Vuto i brombi?” le chiedo scesi dalla macchina “meio de no, magari i me fa male”….magari…

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