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Sega boia chi molla (Fosso di Riancoli)

Antefatto: La Sabauda si sta allenando: convoca dalle terre sabaude un’amica con tre figli di infima età a soggiornare nel profondo sud, e, peggio, se ne occupa personalmente, sollazzandoli al mare. I tre, vista l’infima età, pensano bene di farle assaporare le gioie della maternità, ammalandosi a turno e spargendo virus letali nella sabaudocasa. Non paga, si offre da compagnia alla perfida Mg la quale, anziché fare da assistenza anziani, dirotta verso altri lidi, sicura di trovare pane per i suoi denti: bagnini con i quali azzuffarsi.

L’epica impresa: Appuntamento all’uscita di Carsoli per il fosso di Riancoli. Arrivano i Nozzoli e trovano il Cai di Nettuno con Max “e Sabrina?” “ha la febbre a 38” . Quando un fisico nordico emigra al sud, trovandoci un caldo africano, i bimbi di infima età, le passeggiate marine con Mg e bagnini rabbiosi, c’è poco da fare, si rompe. Così si va a fare la gola, con Sabrina nel cuore, soprattutto in quello di Max, che non vede l’ora di rientrare. Si parte e già Max sta a metà gola, asciutto ed impeccabile con i suoi calzini bianchi, mentre gli altri arrancano con mute grondanti più che altro di sudore. Fortunatamente cominciano i salti ed i laghi, così anche Max è costretto a fermarsi per mutarsi d’abito. A quel punto arriva anche il Nozzolone, il quale, pur facendo un percorso alternativo, non per questo è rimasto indietro, anzi, procede velocemente dimostrando il principio fisico del “moto uniformemente accelerato” e della “forza di gravità applicata ad un greve in movimento” , si sa, quando uno è scienziato lo dimostra. Arriva anche Mg e subito si trova davanti al famigerato “tuffo”. Per non sfigurare, nonostante la cacarella le avesse imbrattato la muta, finge di non avere quel terrore atavico del vuoto, laddove l’imbrago piange in assenza di corda per attaccarsi. Max la guarda sospetto, tutto il suo essere tende al ritorno, il pensiero di Sabrina è un elastico, deve anche comprare l’aspirina, e a nulla servono il suggerimento di infusi di salice piangente, proposti dalla botanica Mg. Così necessità fa virtù, fingendo di non sapere bene con quale stile tuffarsi, Mg si rivolge a Max, con voce tremante “come devo fare?”; Max le suggerisce “guarda in alto” e …meraviglia….si apre un mondo. Gli occhi di speleologo giammai guardano l’alto, abituati come sono a sondare pozzi e strettoie, cercare infimi buchi nel percorso, vedere dove mettere i piedi. Così Mg vede un mondo mai visto, un cielo celeste, fronde d’alberi…UCCELLI….ed a quella vista celestiale si butta incurante. Senz’altri impedimenti, se non una corda da 60 sparita nell’acqua fonda, assolutamente irrecuperabile, si esce indenni. A chi la sega d’oro? A chi ha fatto cascare la corda? Ma nooo!!!! A Sabrina l’ammalata, che su 7 giorni della settimana disponibili per crollare è crollata di domenica…….”ci vuole un fisico bestiale…..” canta una nota canzone, e con queste parole…alla prossima sega!! Alla prossima!! Mg 30.6.2003

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