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Sega fonte la vena (Ricerca grotte Monti della Duchessa)

Antefatto:Racimolati i rimasti d’agosto, facciamo un rapido sondaggio “grotta, forra o montagna?” siamo tutti per la grotta ma,non so bene perché, ci troviamo ancora una volta a calpestare i calcari dei monti della Duchessa.
Chi siamo? Mg, Nozzolone, Luca, Roberta e Fabio.

L'epica impresa: Partenza sempre dal fondo di Valle Amara, quant’è amara!
Stavolta però la direzione è per fonte la vena, un nome che evoca risorgenti, dobbiamo assolutamente verificare ciò. Intanto ci facciamo spiegare ben bene da Francesco dov’è quella risorgente che ha visto lui che butta acqua come Valcluse. Prima cosa: la troviamo, non la risorgente, per carità, il posto. Che è una frana di massi scavati dall’acqua che parte dal nulla, cioè, andò stà la grotta?
Visto che ce l’ha insegnata Francesco ci prodighiamo a cercare tra i massi qualsivoglia pertugio, niente.
L’acqua per ora non c’è, si vede netto il suo sgorgare dal nulla, ma di passaggi passabili manco l’ombra.
Va beh, allora, cammin cammina, saliamo verso fonte la vena su strada sterrata oltremodo noiosa.
E che fanno gli speleo se non devono cercare grotte? Spettegolano, eccome se spettegolano.
Ci si è seccata la lingua a furia di rievocare vecchie vicende di questo e quell’altra, tutte a sfondo rigorosamente sessuale.
Il chè ci ha permesso di arrivare quasi teletrasportati a fonte la vena. Magia dello spettegolo.
Lì troviamo una fanciulla sola soletta che aspettava forse il pastore voglioso, va a sapè.
Gli lasciamo il Nozzolone mentre noi ci accingiamo a salire verso il monte Morrone.
Stavolta nessun spettegolezzamento, rigorosa battuta. Fabio sperso tra i monti a sinistra, l’unico che poteva effettivamente trovare la fonte, Luca, Roberta e la sottoscritta a risalire un fosso che pareva geologicamente interessante, oltre che corto. Un par de balle, corto. Tanta era la salita che non abbiamo fatto un fiato, non solo, ma sto cavolo di fosso aveva uno strano effetto ottico, pareva che dovesse finire il dosso successivo, arrivavi là e vedevi solo quello dopo, che sembrava l’ultimo e così via fino all’infinito. Ad un certo punto Roberta, esalando l’ultimo respiro decide che ne ha fin troppo del fosso infinito, si siede su un sasso e resta lì, fors’anche lei in attesa del pastore voglioso che gira per monti. Mi nasce a questo punto un interrogativo.
Raggiungere Luca e Fabio o far compagnia a Roberta? Ah, già, dimenticavo, io sono quella delle cime a tutti i costi. “ciao Robè! A dopo, se vedi il pastore voglioso digli che hai l’aids magari ti lascia perdere”. Intanto mi sperdo per il fosso perché non vedo più nessuno, “andò stanno quei due?” li chiamo, ma non risponde neppure il pastore voglioso.
Va beh, salgo che sono curiosa. I due intanto sono arrivati alla fine del fosso infinito, davanti si erge sua maestà il Velino, a destra boh? A sinistra probabilmente il Morrone. Li raggiungo e facciamo le solite foto di rito. Non se ne parla proprio di arrivare alla cima del Morrone, ci mancheranno altri 100 metri, chesseimatto! Che se trovi una grotta quassù la regali al primo gruppo sfigato che conosci (magari ai cugini..). Peccato però, mi tocca rinunciare alla cima-cima. Torniamo tutti affranti “Fabio ma tu che sei passato per fonte la vena, hai visto la fonte?” “macchè, mi sono scordato” si come gli scarponi..questo sa di sega però. Troviamo il Nozzolone tutto contento, la fanciulla non c’è più, lui nega di aver fatto alcunché, però questo ci dà lo sprone di riattaccare con uno spettegolamento ancora più spinto, scendendo nei dettagli più morbosi delle piccanti vicende, il chè quasi quasi ci fa scordare di scendere a valle. Il Nozzolone, il più soddisfatto di tutti, che Roberta non ha trovato pastori vogliosi, Fabio la fonte, Luca Roberta e io né fiori né cime, ci sprona siccome pecore giù per la valle amara.
Torniamo in formazione sparsa, abbiamo ormai esaurito la vena pettegola, il silenzio della valle stavolta è rotto solo dall’arrivo di due pie donne biascicanti il rosario, che, guardando i miei calzoncini, intonano una tonante avemaria che sa di “vade retro satana”.
La sega? a Fabio che s’è scordato gli scarponi e di cercare la fonte.
Alla prossima! Mg 29.8.2010
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