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Sega nevosa (Ricerca grotte Aurunci)

Antefatto: Che si fa domenica? “si va a Serra Capriola da Maranola”, così Paolo decreta. Bene. Peccato che da Maranola c’è un monte in mezzo, il Redentore, e che ha nevicato fino l’altro ieri.

L’epica impresa: I temerari del gruppo, rappresentati da: Federica Terminator, Enrico sano, Paolo, Davide, Manuela, Mauro, Laura, Patriziettagnegne, Mg ed il Nozzolone, in piena sconsiderazione, sia del tempo, dato quasi brutto, sia della neve, si incontrano imperterriti al Cavallino. Il Nozzolone comincia subito a dare le previsioni “me lo sento dentro l’ossa, fra un po’ piove” ma nessuno se lo fila, così si arriva, nelle solite classiche due ore, al Bar di Maranola.
Lì la padrona, oltre a rifornirci di paste formato gigantesco, ci riempie di avvertimenti “le donne in montagna non possono pisciare, usate il bagno del bar” (sponsorizzazione per la visita al bagnomuseo con chiave del paleolitico inferiore) “una macchina è cascata dalla montagna, ma la donna ne è uscita illesa” “non uscite dal sentiero, se viene la nebbia vi perdete”. Così, fatto il pieno di sano buon senso e visitato il bagnomuseo, prendiamo la via dell’alpe. Naturalmente mettiamo le catene per fare due metri, dopo di che le macchine si impiantano sulla neve. Scendiamo e cominciamo incoscientemente a prepararci, tutti meno una che, visto il sole di Maranola, viste le nuvole del Redentore, vista la calcarea roccia asciutta fin lì, vista la neve da lì in poi, visti i pantaloni di cotone, visti gli scarponi di cartone, guarda nelle palle degli occhi Mauro e gli propone “appena senti freddo dimmelo che andiamo a far battuta da qui a Formia, gli altri, lasciali crepare nella neve”. Mauro a momenti si fa convincere da Mg, ma vedendo che Laura sta seguendo imperterrita il Nozzolone, attratta dall’odore maschio, non se la sente di lasciarla ad annusare ferormoni altrui. Paolo, al passaggio, riempie poi lo zaino di Mg in modo tale da non lasciarle possibilità di ripensamenti, dovrà seguire il gruppo in quanto scherpa. Lenta prosegue l’ascesa verso il Redentore e la famigerata Serra Capriola che ogni tanto appare sullo sfondo. Ad un certo punto, perso ogni ritegno, onde tentare l’avvicinamento alla meta agognata, ci si butta fuori dal sentiero, e si affonda all’inguine, “bene” proclama contento Paolo, “facciamo battuta” “ ma de che?” Mg con i piedi siccome mattoni, non se la sente di proseguire ancora, però ha tutto il materiale e comincia ad inseguire Paolo per mollarglielo, ma lui scompare tra faggi e vallette; allora decide di inseguire il Nozzolone per mangiare almeno la pizza, ma anche lui è irreperibile, infine si rivolge a Mauro ed al suo notorio coraggio “ a regà qui morimo tutti”, “che ne dici se torniamo all’asciutto e facciamo la famosa battuta verso Formia?” visto che anche Laura ormai ha abbandonato gli stimoli olfattivi, Mauro acconsente prontamente. Intanto ritorna anche il Nozzolone, o meglio, la sua pizza, così dietrofront, verso le macchine. Paolo e gli altri, invece, dapprima dicono di voler rientrare ma poi continuano la ricerca di buchi soffianti, premiata dal ritrovamento, da parte di Davide, di interessante cavità..da scavare, è ovvio. Arrivati alle macchine, mentre gli altri aspettano il resto del gruppo, Mg decide di tornare a Formia a piedi, trovando nel corso della battuta: tre occhiali da sole, un telo da mare, bulbi in quantità, rocce fossilifere in formato mattonella…nessuna grotta perché lungo la strada non è cosa da GSG.
La giornata si conclude con ulteriore sosta al bar per rivisita dal famoso bagnomuseo e degustazioni varie, ritorno per la interminabile Appia- fettuccia- via dei laghi.
La sega? a Paolo per temerarietà nevosa, assoluta mancanza di comune buon senso pratico e basta, che vuoi di più? non s’è manco perso niente….(almeno si spera).
Alla prossima!!!Mg 13.3.2005

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