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Sega paurosa (Palestra di Fioranello)

Antefatto: per fare speleologia, premessa necessaria è non avere soverchia paura, né prima, né durante, né dopo.

L’epica impresa:Seconda e terza uscita del corso, palestra di fioranello. 11 allievi più o meno titubanti, una dei quali titubantissima. Mg invita la titubantissima a scendere, ma quella si mette a piangere “che hai?” “paura” “a me lo dici!!! sapessi io quanta ne ho, devi fare finta di niente, col tempo passa (insomma), con l’abitudine passa, e poi, se è arrivata la tua ora, muori comunque”. Nonostante tali confortanti rassicurazioni quella non scende manco a calci, allora Mg passa la palla (in tutti i sensi) al Nozzolescu, sperando nel cipiglio maschio e gagliardo dell’individuo. Nozzolescu mette in pratica tutta la gamma di doti persuasorie, dalla voce lumacosa “vieeeeni carina, che ci penso io a te, con la mia pancia accogliente” , ma la pancia non sortisce effetti, a quella imperante “ e che cazzo!!!, hai da scendere, hai, e metti quelle manacce nel discensore, metti!!!”, ma quella niente, non mette le manacce da nessuna parte. Va beh, si passa ad altri allievi, pensando alla nota canzoncina dei tempi che furono “amico caro la speleologia non è lo sport che fa per teeeee”. Però il GSG onlus ha adottato una democrazia a 360 gradi, accetta di tutto, unico requisito pagare le quote. Infatti nel suo seno ci sono: vecchi fracichi e bambini infanti dai nomi più strani (avete mai sentito, per esempio, Yasemin? Ebbene, c’è) persone perbenino e zoticoni, destra e sinistra (con spiccata preferenza per quest’ultima). Così arriva Paolo zompettante e, requisita la paurosa, ne fa punto d’onore lo sbranamento. Quella ormai non ha più lacrime in corpo ed accetta supinamente le dimostrazioni Paolesche. Mg con orrore misto a viva apprensione osserva Paolo buttarsi a capofitto sopra imbraco e discensore “devi fidarti degli attrezzi, non si sono mai rotti”; “ i moschettoni non possono spezzarsi” (tranne quelli di alluminio pieni di buchetti, sparsi in svariati armi di svariate grotte….); “ le corde tengono” (tranne quella famosa in piemonte, che strusciando inavvertitamente si è tagliata di netto….); “gli armi reggono” (proprio a fioranello è caduto un gran macigno, comprensivo di armi in loco….); e via di questo passo. Ma sotto il buon Ernesto invita, inutilmente, tutti a mettersi il casco. Com’è andata a finire? Mg ha proposto di non farle assistere alle lezioni tristemente famose della coppia Manuela- Angelo, i quali, con perverso piacere, alla fine del corso s’impegnano nell’illustrare, rispettivamente, tutto quello che può capitare in grotta, a partire dall’avvicinamento, e quello che dovrai fare dopo che ti è capitato, prima di tutto “l’INTUBAMENTO del malcapitato”.
A chi la sega d’oro? Non si spara alla croce rossa, quindi va a Paolo per accanimento terapeutico. Alla prossima!!! Mg 26.10.2003

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