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Sega ai Serini bassi (Traversata Grava dei Serini ingresso medio-inferiore)

Antefatto: Dove si va domenica? A Camposecco no, troppa gente, andiamo ad allenarci ai Serini bassi, ossia nella parte verticale dei Serini.

L’epica impresa: Sotto un cielo plumbeo e previsioni meteo apocalittiche, decidiamo di andare lo stesso ad Esperia, ma secchi d’acqua dal cielo ci fanno riparare nel famoso bar (il cui cesso è unità di misura dei cessi sporchi in genere), lì Clino ci propone i soliti inghiottitoi da scavare, sorry, non abbiamo il necessario per cui…. aspettiamo che spiova.
Se c’è un Dio degli speleologi, ebbene, stavolta ha guardato giù, favorendoci uno squarcio tra nubi temporalesche, sì da permettere l’avvicinamento e anche la vestizione, le prime gocce salutano il nostro ingresso nei serini medi.
Il Nozzolone arma, e chi se no? È lui il maggiore artefice dei nodi in mezzo, e, come il suo solito, lo piazza nel bel mezzo del 35. Così Katiuscia s’incroda, vincendo la prima sega del giorno.
Tutti contenti di averla scampata bella (tranne Katy) avanziamo verso i serini bassi, una corda dietro l’altra. Katy, però, per consolidare la sega presa, subito ne accumula un’altra, facendo un tuffo dentro una pozza, ciò per aver ascoltato diligentemente i consigli maschili “sbocca lo stop”, spasch, “sbloccato lo ho!!!”
Niente paura, Katy, esci da basso, così ti vai subito a cambiare.
Ma lei no, doveva fare l’en-plain delle seghe, e fa sparire un coltello in una fessura millimetrica.
Michele, con placida calma “ah!! Katiuscia!!! Te l’ho detto mille volte che non devi slegare il coltello, bla bla bla, ecc ecc”, s’infila per tutti i buchi, estraendo coltello, pile esauste, mondezze del paleolitico inferiore, ecc. da dare a Mg per la sua crociata: “puliamo le cavità, onde non valorizzarle turisticamente”. Mg intasca il tutto per portarlo a Chiesi “noi scaviamo e puliamo, siamo gli speleologi perfetti”. Arrivati che fummo a due passi dall’uscita, stop, si torna su…anche Katiuscia che non vuole stare sola con qualche pastore affamato di sesso, che, puta caso, va alla ricerca di speleo-solitarie.
L’ascesa è lenta ed inesorabile, con Angelo che si butta su tutti i sassi, raccontando di flebo e di mogli rombiballe a Mg, tutta orecchie “come mogli rompiballe? Anche la tua? Allora è vero quel che si dice…”
Per non smentire detta affermazione, Mg all’uscita fa una piazzata al Nozzolone, che ha osato mettere l’imbraco per terra anziché riporlo immediatamente nell’apposito saccone….
Siamo, infatti, felicemente usciti giusti per l’ora di cena, dopo aver tribolato per bene nel meandro battezzato “vammorimmazzato ahoooo”, accolti da una bella pioggerella esperiana (“non piove, schitisa”).
Finale classica da Carmina con classica aio e oio e, magia dello chef, anche gnocchetti (ancora mi vengono su).
La sega? La stravince Katiuscia.
Alla prossima! Mg 7.11.2004
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