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Sega su e giù (Torrentismo - Fosso di Riancoli)

Antefatto: C’è un gruppo speleo-torrentistico, a Nettuno, che con subdole manovre tenta di portarci via i Sabaudi, è chiamato “su e giù”, non già per la pretesa di salire e scendere grotte e torrenti, non già per arcani risvolti erotici, bensì per il movimento della sega “su e giù” per il ramo, di che ramo si vedrà.

L’epica impresa: Il ramo è il fosso di Riancoli, laddove si contende una feroce disputa per il possesso della sega d’oro, più volte reclamata da altri gruppi, ma saldamente ancorata nelle mani dell’internazionale Ciak il quale, onde evitare di perderla, non è venuto, con la scusa di parenti polacchi, mandando in sua vece Mario il geologo. I Nettunensi, impossessatisi dei Sabaudi, sono partiti con grande ritardo, tutto per accumulare punti sega. Mario, vistosi perso, ha cominciato allora a stendere carte geologiche sul cofano della macchina Nozzolesca, sommergendo d’informazioni tettoniche la coppia incauta, rea d’aver chiesto informazioni sul famossissimo “calcare basso”.
Mg, che di tettonica ne ha proprio poca, ha proposto, invece, di andare a fare il giro dei bar di Carsoli, per ingannare l’attesa. Come Odino vuole, alla fine arrivano anche i Nettunensi e si parte alla volta del fosso. “Perché sempre Riancoli?” chiederete voi, perché a Riancoli i Nettunensi hanno perso, dapprima una corda da 60, e la volta successiva, usciti per recuperare la corda, anche un paio di pinne da sub. Stavolta si portano la bombola d’ossigeno ed i piombi, che Max, visti i precedenti, incamera nel suo zaino, non si sa mai, si dovesse fare un’ennesima uscita per recuperare anche bombola e piombi.
Inutile dire che lo zaino di Max pesa come il Nozzolone imbragato. Oggi c’è anche Sabrina, finalmente guarita, che più che fare la forra insegue rospi, alla ricerca di qualche improbabile principe celato. Nella forra l’acqua è davvero poca, tanto che le pozze sembrano più alte, così Mg fa la sua solita sceneggiata prima di decidersi a tuffarsi. In realtà aspettava di vedere i famosi uccelli, ma vede solo raggrinzite pelli di daino, così tristemente si butta, più che altro per non fare figuracce davanti al gruppo concorrente. Virginio Nettunense recupera le pinne, una delle quali, non si sa bene come, ripiomba nella pozza, e viene ri-recuperata.
Si recupera anche la corda, nonostante qualcuno abbia tentato di estromettere avversari tramite piombi in testa. La tenzone resta quindi difficile, inutilmente Mario si prodiga a spiegare del “calcare di lato”, la sega rimane sempre incerta. Usciti dalla forra si vanno a recuperare le macchine, e un Nettunense pensa bene di perdersi facendo tutt’altra strada, con il palese intento di vincere finalmente la sega. Ma la sega, alla fine viene vinta dall’”architetto” , famoso architetto Nettunense il quale, pur sfoggiando un fuoristrada ultimo grido, nonostante il completo da “strafigo forrista” e un fisico non di meno, per partire si fa spingere il fuoristrada da Virginio, nominato per questo “uomo del giorno”. A regà, qua i Nettunensi oltre a fregarci i Sabaudi ci fregano la sega, serve la rimonta, alla prossima, aspettando Ciak……..
Alla prossima!! Mg 13.7.2003

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