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Sega titubante (Grotta dell'Erdigheta)

Antefatto: “Oh mio dio!!!!” come direbbe Max…….

L’epica impresa: Sulla linea di partenza per vincere la sega della settimana vediamo: Angelo già prostrato dalla notte in bianco incombente, Sabrina col torcicollo (a furia di cercare rospi, si suppone), il Nozzolone col mal di schiena (ogni allusione ad attività notturne è puramente casuale), Mg “mezza” sega di default (da non confondere con quella intera) e Max pimpante.
Si arrotano le forze con la riesplorazione di un buco soffiante, è già c’è chi declina ogni velleità esplorativa: “mi fa male il collo”, “non ho portato l’imbrago”. Max pimpante, invece, si ficca in tutti i buchi, ma, davanti al classico meandro dei lepini, stretto e a toppa di chiave, decide che non è il caso… non sa ancora, il sabaudo, che proprio quelli sono i meandri di sicura prosecuzione; Mg, però, non lo contraddice affatto, che tanto i lepini sono della concorrenza, a lei bastano ed avanzano gli aurunci. Abbandonato il buco, carichi come muli, si sale in quel dell’Erdigheta, divisi in due squadre: Angelo e Nozzolone gli scavatori, gli altri tre gli scherpa turisti. E’ necessario che anche i Sabaudi assaggino l’Erdigheta. La squadra scavatori inizia a lavorare sotto tende approssimative, provviste di elastici-fionda-colpisci-speleologo e capanni del paleolitico-inferiore, laddove l’omo semi erectus, mezzo moscio, non aveva ancora acquisito abilità manuali.
Gli altri si dirigono, invece, ad armare l’Erdigheta. Tosto scoprono di avere meno corde del previsto, così si va al risparmio. Max vede un sassolino incastrato all’imbocco del pozzo e decide senz’altro di usarlo come armo di partenza. A nulla servono le proteste femminee, “o così o in libera”, è l’ampia scelta concessa: si decide “o così” e si battezza l’armo “will cojote”. Fortunatamente il sasso regge e si arriva tosti al fondo senza aiuti supplementari dall’alto. I tempi con i Sabaudi sono del tutto relativi, per cui restano un’infinità di ore da sfruttare per visitare il resto della grotta. “Andiamo a vedere il meandro”, suggerisce Mg, e subito l’infila nella prima delle innumerevoli strettoie, ed in cuor suo già si pente. Non lo dà a vedere, però, che dietro ansimano i Sabaudi, con la bava alla bocca ed il fiato sul collo. Si sale la corda da brivido, con trefoli in vista, e si rimane impietriti a guardare l’invitante prosecuzione: un budello proibitivo lungo all’infinito. Mg e Sabrina si guardano nelle palle degli occhi, ma fanno le vaghe, una muta corrente di strategie passa tra le due, Max osserva indifferente per vedere fin dove arriva la pusillanimità femminile. Mg adotta la strategia d’attacco, cioè con una finta clamorosa s’infila nella strettoia, per uscirne subito dopo avendo, nel frattempo, elaborato una marea di scuse tra cui “manca l’acqua per la carburo”, che le sembra la più plausibile. Max, per niente convinto, s’infila a sua volta, dicendo, col fango in bocca, “qua è più largo”. Ora è la volta di Sabrina, a trovare motivi convincenti “caro, verrei mooooolto volentieri, muoio dalla voglia di venirci, peccato questo torcicollo….!!”. Max esce schiumante, ma visti 4 paia di occhioni candidamente ammiccanti, si fa convincere a lasciar perdere. “ Ci torneremo, sicuramente” (come no!!! pensa Mg, ditemi quando che mi dò malata”). All’uscita trovano gli scavatori, per niente affranti di non aver trovato niente, l’importante è scavare, il resto è optional. La parte bella della giornata? Una fantastica torta fatta da Sabrina, e la sega? Al duo titubante: la parte femminile dei partecipanti….
Alla prossima!!!Mg 27.7.2003

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