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Sega Voronja-Krubera (Corso Speleologia Pozzocomune)

Antefatto:
Sabato rilassante, tra una bimba scalmanata e l’altra urlante, leggo l’articolo speleo del Voronja-Krubera, -2191, però, pure Pino che mitico, e dire che è vecchio quasi quanto me, “Nozzolone, allora c’andiamo a Pozzo comune a portare l’allievo?
Leggiti st’avventura, intanto..” Dopo un po’ risponde arzillo “Si, Si, vengo! ma Pino non è umano, è un extraterrestre!”. Il Nozzolone, l’ho capito, s’è gasato quanto me.

L’epica impresa:
Eccoci a Colleferro con Matteo, l’allievo, e Fabio,non allievo, a cercare nell’ordine: pile per il casco e pizza per la pancia, ma troviamo, casualmente, una pasticceria siciliana che,sicuramente, entrerà negli annali delle nostre uscite.
A furia di girare a vuoto troviamo, nella metropoli di Carpineto più carso che abitanti, pila e pizze. Abbiamo, quindi, ogni cosa per fare la grotta, Matteo, poi, è stato addobbato da Paolo, che giovedì c’ha assicurato aver dato all’allievo tutto il necessario: casco, luce, imbraco e la tuta che gli ha prestato. Bene.
Il Nozzolone va avanti ed arma, aiutato da Fabio, ed io resto con Matteo che mi dà in mano il casco tutto sconocchiato e senza luce da una parte e la tikka tutta moscia dall’altra. Ahhh! e le pile? Quelle erano per la tikka. Allora metto le mie di riserva, che il massimo di elettrico che so fare è abbinare più con più e meno con meno. Ma non va. Eppure, l’abbinamento è giusto, vediamo un pò, ci mettiamo quelle di riserva di Fabio, niente, “NOZZOLONEEEEEEEEEEE!!” il mago dell’elettricità pulisce i contatti mentre smadonna contro Paolo tutta una serie di Famose a capì in crescendo. E voilà, la luce fu, luce da morto, ma meglio di niente.
E vai ad armare. Io chiudo che devo raccontare l’azione gelivo-graviclastica a Matteo, “ecco bravo metti il discensore, ma il moschettone di rinvio dov’è?” “non ce l’ho, doveva portarmelo Paolo giovedì ma non sono venuto in sede..” “PAOLOOOOOOOOOOO! AGGGGGGRRRRRRR MANNAGGIATTTTE!!! HAI VINTO STA SEGA!!!!!!!!!!! mihhhhhhhh ecco, prendi il mio”. Fortuna che ho sempre qualche moschettone, piastrina, bullone, fettuccia, cordinella in più, sia mai avessi bisogno. Si ho tutto, ma mi manca una candela. Perché direte voi? Perché oggi la grotta è fredda ghiaccia, piena di ghiaccioli fino al pozzo, aspira un’aria da polo nord che pare di stare con un condizionatore d’aria fredda acceso alla massima potenza.
Sto lì seduta ad aspettare il Nozzolone che arma, che se dovesse armare il voronja-krubera con st’anda Pino gli mangerebbe le palle degli occhi a morsi dal nervoso, mentre sento VHHHHHHHH giù per il collo e la schiena, mi giro e me lo trovo in faccia VHHHHHH il vento direttamente dal ghiacciaio svedese, ecchè!!! A Pozzocomune sto vento? L’azione geliva-graviclastica ha stasato i 4 sifoni di botto? Per distogliere Matteo dalla morsa del freddo gli imbastisco le peggio teorie geologiche sulla formazione di Pozzocomune che sento Fabio mormorare basito dallo stupore “davvero? Le Maldive qua gratis?” si ora sono diventate himalayane ste ex barriere coralline.
Intanto il Nozzolone ha finalmente armato e scendiamo tutti congelati per assistere all’armo dello scivolo.
Abbiamo corde per il fondo, ma lui quasi quasi vuol fare un nodo, mi dice “faccio un nodo qua?” in un posto che vai a piedi e dritto, ma un nodo tanto per farti inciampare lui lo vede benone. Con la gola rattrappita dal gelo, gli intimo di usare una delle innumerevoli corde, che stiamo morendo assiderati. E via, a fare il meandro a mille all’ora che Fabio, aspettando l’armo del Marilù, mi chiede perché mi piace tanto correre. Gli racconto del Voronja-Krubera? No, per una volta nella vita faccio la leghista “Noi nordici andiamo così, guai andare piano, è proibito”.
Il Nozzolone scende il Marilù e assisto a Matteo che, sporto sul pozzo, mi dice “ho un attimo di titubanza” ettecredo, l’armo è tutto in mezzo al pozzo e lui ci deve arrivare sopra dei microscopici appigli con il discensore basso che gli tira da una parte, la longe lunga alta dall’altra e le braccia troppo corte per mettere la longe corta due metri più avanti.
Non so come abbia fatto perché c’ho provato anch’io e c’ho messo un’era geologica, ma così gli ha detto il Nozzolone di fare, e per non smentirlo, ho fatto uguale.
Intanto Fabio si sporge e mi dice “dammi pure la sega, ma io questo non lo scendo” ecco bravo, così ci mettiamo di meno, che già c’abbiamo pensato noi due a far tardi, che se dovessimo stare al Voronja-Krubera c’avrebbero tagliato a pezzetti col discensore per scavalcare i nostri cadaveri.
Così Fabio resta coi viveri, sì perché ci siamo portati litri e litri di acqua, una montagna di pizza, panini e pere, e manco li abbiamo mangiati, uno zaino di cibarie e bibite portato a spasso per la grotta, intonso.Troppo freddo anche per mangiare e bere, pena il congelamento subitaneo dello stomaco con st’aria. Tanto è stato lento l’armo quanto veloce il disarmo, ma so io perché, perché lo zaino dei viveri lo portava Fabio che è uscito per primo. E io mi sono accorta che oltre alla gola gelida avevo la lingua rasposa come quella dei gatti, perché l’acqua è entrata e uscita ma non ha transitato dalle mie parti.
All’uscita, nel bel mezzo del raspo di rudiste e lezione paleontologica sul campo, ecco Valerio in bici “andò vai? all’Erdigheta in bici partendo da Roma per scappare dai cugini?” lui glissa, “no a scavare un buco col Cai” e certo, con sta crisi Valerio va a scavare i buchi in bici, Pino in grotta con i russi e noi a Pozzocomune senza riscaldamento, anzi, col congelatore acceso (che spreco...)
La sega, ovviamente, a Paolo!
Alla prossima! Mg 29.1.2012

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