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Sega Yasemin (Esplorazione ramo Yasemin Grava dei Serini)

Antefatto: Venerdì sera sede del GSG arriva Paolo, pimpante come al solito, sicuro di trovare innumerevoli adepti per lo scavo programmato a Yasemine. Il folto pubblico ivi presente non dà segni di vita. Mg, allora, per una serie di meri calcoli opportunistici, dà prontamente la propria adesione, mascherata da spassionato altruismo: “visto che siete solo in due, mi sacrifico e vengo”. Federica, guardando l’aspetto malaticcio dell’Avvariato Enrico, decide a malincuore di venire anch’essa.

L’epica impresa: 4 partecipanti di cui 3 femmine stabiliscono subito i ruoli: Paolo allo scavo; Manuela all’aspetto logistico rinfrancante; Mg scherpa; Federica, con i controcazzi, si alterna tra l’elettricista specializzata e l’aiuto scavo. Un quartetto così ben affiatato non può che produrre effetti devastanti, ed infatti, alle ore 18, quando l’elastico di Mg giunge a livelli parossistici si passa.
I 4 entrano finalmente, previe doverose contorsioni nel budello aperto queltantochebasta, in Yasemine. Qui dovrei passare la parola agli altri presenti, che forti del detto “anche lo scarrafone è bello per la mamma soia” , molto meglio della sottoscritta possono illustrare adeguatamente: le bianche pareti intonse ricoperte da candida concrezione; il soffitto liscio ed albulo come guscio d’uovo; il pavimento mortaccisua con il rivolo d’acqua dove non serve; la corrente d’aria che ti ghiaccia in un nanosecondo ed altre amenità geo-tetto-metereo-morfologiche. Molto più prosaicamente dico: abbiamo camminato (e già camminato è il meglio di quanto qualsiasi speleologo medio debba aspettarsi da un meandro neonato) per circa 20 metri. E dopo? Chiederete voi.. qui faccio la vaga. Dopo, l’Mg con l’elastico rotto si è fermata, decisa a morire di stenti e di freddo. Una bella strettoia in salita e per lungo (non so se come spiegazione sia sufficiente) stoppa i gasati esploratori che, impugnata la mazzetta, decidono di smazzettare ad oltranza. Manuela però, presa da raptus esploratorio, non so come, riesce a passare. Dopo un po’ le grida di esultanza di costei aspirano letteralmente nella strettoia anche Federica. Paolo, imperterrito, continua a smazzettare ed alla fine passa anche lui. Resta Mg che, guardata la strettoia, decide che per lei è ora di morire, e si accinge a ciò in una nicchia appositamente atta alla bisogna. I 3, però, con urla disumane raccontano alla morente che: “c’è un ramo attivo sottostante, cui si arriva previa facile arrampicata, il meandro continua sopra, ma previa facile arrampicata necessitante di corde”. Nessuno vuol sapere l’ora, ma sono le 19,30 e, San Francesco, lungamente invocato da Mg, parla con la voce di Paolo “Manuela, esci dal meandro con Mg e prepara un the caldo”. Mg, ormai in piena crisi illuminatoria, vuol restare ad oltranza, per vedere se Paolo riesce ad uscire, ma Manuela con la voce suadente (e la speranza del the caldo) la convince. Paolo e Federica escono anche loro, subito dopo, senza problemi. Il the caldo, ma soprattutto la speranza di uscire, riporta Mg al mondo dei vivi, tant’è che al salone Donati ricomincia a parlare e verso l’uscita a cantare il salmo di S.Francesco.
“Si laudato Mio Signore
per la Morte corporale
chè da lei nessun che vive
può scappare
e beati saran quelli
nella Tua volontà
che Sorella Morte
non gli farà male.”
Si, va beh, ma la sega? Vista l’epicità dell’impresa, la sega la vincono gli assenti:
Enrico per Avvarialità
Nozzolone/escu per mammismo
I Sabaudi per attaccamento improvvido al gruppo Su e Giù di Nettuno, laddove dovevano portare un cd sulle grotte queste sconosciute, attaccamento ricompensato adeguatamente dai Su e Giù, con ben due partecipanti…..

PS: per i più curiosi alla fine siamo usciti alle ore 22, con un freddo polare che ha ghiacciato la tuta bagnata subitastante. Ed allora? Chiederete voi. Allora niente, è tanto per dare il tocco finale all’impresa, aho, che volete di più?
Alla prossima!!!Mg 24.1.2004

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