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Brancastello

Antefatto: Manco il tempo di tornare ecco l’invito dei Lupacchiotti brizzolati “Brancastello”, 650 m di dislivello, 12 km, nientemeno!!! Posso mai rifiutare? Vado!

L’epica impresa: Ci troviamo in orari sparsi a Colle Tasso, nonostante il perentorio avvertimento di Roberto ”partenza 6,30 niente colazione” come dire, sbrigarsi bisogna. Oggi mi tocca la macchina di Rosario con Roberto e Vittorio e posso saggiare cos’è una guida sportiva, scoprendo altresì che i maschi non sono meno loquaci delle femmine. Non che la cosa mi dispiaccia perché Rosario ci mette al corrente dell’ingegneria in ogni suo aspetto. Bon. Presso Vado della Rocca parcheggiamo e c’incamminiamo con gli altri Lupacchiotti: Giorgio, Renato, MariaRosa, Emilio, Paolo, Valeria e Luigi, nonché con tre alpini senza penna che hanno la nostra stessa meta. Subito si profila l’andamento Lupacchiotto: foto con lo sfondo del Gransasso, foto al capriolo della proloco, foto ai fringhelli e soste in generale. Veramente quella che si ferma a fare le foto a ogni fiore sono io con Emilio che mi chiede il nome. Il sentiero, dapprima molto leggero, diventa ad un certo punto una rampa e ci sparpagliamo, Luigi poi si mette seduto e li resta. Cosa che mi consola, se lo fa lui allora magari lo potrei fare anch’io, andate che vi aspetto. Tornano i tre alpini che ci ragguagliano sulla nostra velocità “occhio croce fra un’ora sarete in cima”. Per inciso gli assatanati che fanno il centenario ci impiegano un quarto d’ora. Si ma sicuramente la foto al capriolo in posa o alla microscopica kernera mica la fanno. Con la nostra flemma piacevole eccoci in cima. Quale cima? Una ha un omettone e l’altra una tabella. Mi fermo all’omettone a mangiare e far foto al dirimpettaio Prena che siamo in piena anarchia. Dopo un po’ però anche gli altri, che vorrebbero scendere per la minaccia della pioggia, si adeguano. E ci telefona Achille per sapere se abbiamo gradito la genziana che ci ha mandato in sua vece. Che fanno allora i Lupacchiotti? Una granita con la neve zozza e piena di insetti morti mischiata alla genziana “ne vuoi?” “no grazie non bevo alcolici” soprattutto se mischiati con gli insetti morti “ma sarà la carne del futuro” ecco magari divento vegetariana. Invece vado all’altra cima ufficiale e a fotografare il doronico, piombando sopra gli occhiali perché ho il bicchiere di caffè in mano oltre che la digitale e il cellulare. Buon per me che ho sempre quelli di ricambio. Quando gli zaini iniziano a vuotarsi di viveri è l’ora del rientro, col Gransasso sparito dietro i nuvolosi. Arriviamo alle macchine che ancora non piove per la gioia di Luigi che ci stava aspettando. Indispensabile birra a Campo Imperatore e poi ciascuno con le proprie macchine. Mandiamo avanti Vittorio come ambasciatore a Rosario “magari se vai più piano in macchina…”. Io mi astengo dal dire la mia prima di tutto perché essendo donna non avrei voce in capitolo visto il comune pensare sulle femmine alla guida, secondo poi perché a Rosario ho fatto una capa tanta contro gli impianti sciistici e già che c’ero contro i porti, tant’è che per non sentirmi ha preso il via e fino alla cima non l’ho visto più.
Alla fine della storia i kilometri percorsi sono stati 14, vai a sapere perché….zizzagare tra erbacce? Forse…
Grazie!!
Alla prossima! Mg 15.6.2022

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