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Busa dei Preeri

Letto accuratamente “Le grotte del Trentino”, scartate le più difficili, le più distanti, quelle dove serve l’attrezzatura (che non abbiamo) , restano i covoli, in sostanza. Ma quello del Buso dei Preeri , n.1 del catasto trentino, mi aveva abbacinato prima ancora di sapere cosa fosse. Un enorme buco nero che occhieggia nelle paretone del Baldo e si vede dall’autostrada. “Andiamo”. Con noi c’è anche Diana. Sergio e Diana sono la fronda lagnosa del gruppo, “un’ora di salita? 500 m? gli ultimi 10 minuti ripidi??”. Manco dovessero andare all’abisso Freezer. Però, dopo il sequestro dello smartphone, Diana si è messa anche a camminare, con la speranza di riaverlo al buso. Cosa che è avvenuta. Non è che le è interessato visitarlo, immediatamente seduta sul muretto immersa nel telefonino. Va beh. Noi invece ce lo siamo girato tutto. Personalmente ho cercato le scritte del 1400, la grotta è stata abitata in quell’epoca anche se non c’è traccia di stillicidio o di eventuali vaschette concrezionate. Nonostante sia un covolo, la presenza di un deposito di conglomerati del ghiacciaio, gli strati decimetrici e la forma del soffitto mi hanno appagato come una grotta-grotta. E poi era da una vita che volevo venirci a curiosare. Soddisfatta la curiosità torniamo a valle a prenderci un meritato gelato. La prima in catasto è fatta..restano le altre, Francè, che dici???
Alla prossima!! Mg 18.9.2022

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