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Zompo lo Schioppo

Antefatto: “Frequenta le persone che ti elevano!” come no! Soprattutto i Lupacchiotti Brizzolati, ti elevano eccome, l’escursione di oggi: 600 m. Per inciso, gli speleologi ti sprofondano, ti fanno respirare il radon e per elevarti, con le tue sole forze, serve tutta l’energia fisica, mentale e spirituale dell’universo.

L’epica impresa: Siamo tanti, con noi anche la spagnola new entry, la nostra meta è l’eremo di Cauto a Zompo lo schioppo. Bene, è la prima uscita che ho fatto con loro, quando Giorgio mi introdusse alle regole categoriche del gruppo “non parlare di politica, non dire le parolacce, pagare la colazione a tutti (la prima volta)”. Tanto mi sono adeguata che ho fatto scena muta, parlando di flora solo se interrogata da Renato, ottenendo però ampio consenso che ancora felicemente conservo. Stavolta dovrei parlare di funghi, visto che ce ne sono in abbondanza, ma più che “cortinari” altro non so dire, non sono abbastanza ferrata sull’argomento. Allora non mi resta che caracollare insieme al gruppo ammirando le splendide cascatelle nel percorso ad anello. Però, a onor del vero, non ricordavo tale semplice percorso, ancorchè affascinante. Si vede che il livello del gruppo è sceso conformemente all’età che è salita. Niente vero, speso abbondante tempo a fotografare ogni sputo d’acqua, affrontiamo il sentiero per l’eremo. Subito sbagliando strada. In realtà siamo entrati nel recinto di una specie di albergo, fregando noci e melucce, per trovarci a dover oltrepassare un recinto di filo spinato. “E’ qua il sentiero” dice Roberto guardando la traccia. Si era qua prima della costruzione di codesto edificio, tant’è che al ritorno abbiamo capito dove stava l’inghippo. Allo spiazzo con le tabelle andare subito a destra e non davanti nella strada ben segnata. Scalato il recinto proseguiamo per una piacevole sterrata in leggera salita. Ottimo, si vede che anche la salita è stata spianata e adeguata, penso. Macchè. Dopo un po’ il sentiero si fa molto ripido e sassoso per cui il gruppo immediatamente si sfilaccia. Solo Roberto C. il conoscitore di ogni montagna dell’orbe terracqueo, arriva subito alla meta salutandoci dall’alto, tanto per farci rosicare. Personalmente arrivo al bivio “monte Crepacuore- Eremo di Cauto”, prendendo la via dell’Eremo e dicendo a Mario che si è seduto affranto ”ma guarda che manca pochissimo, siamo quasi arrivati” in ciò supportata da Emilio che conferma “il dislivello è fatto, ora c’è il sentiero in piano”. Entrambi proseguiamo imperterriti nel nostro errore, per confermare l’errato ricordo del percorso. Invece il dislivello, ancorchè nel bosco, è ancora tanto. Ci sono da oltrepassare: il masso erratico a parallelepipedo (come mi fa osservare Massimo), il faggio ad ipotenusa, le rocce aggettanti piene di interessanti anfratti, alte pareti calcaree ed infine, in discesa e per ultimo, in salita, l’Eremo!!! Per essere onesti, con Emilio arriviamo in perfetto orario ,l’una e mezza, più tardi ci raggiungeranno anche altri del gruppo mentre Roberto C. sta qua e ha messo radici. Invece di mangiare andiamo a visitare l’Eremo con gli affreschi, la poesia alla Madonna di qualcuno che è arrivato mortammazzato di fatica, mettendo le firme nel libro apposito. Qua MariaRosa ha da ridire che non abbiamo messo pure noi apposite frasi roboanti comprovanti la bellezza del posto, mentre io e la spagnola suoniamo la campanella per attestare l’avvenuta conquista dell’Eremo. E mò basta, se magna!. Appprosito ma che mangiava l’eremita? Questa è la domanda che ci poniamo senza avere adeguata risposta. Certo non il bendiddio che ci siamo portati. Al ritorno incontriamo: dapprima Renato e Paolo il quale, recitando Dante, lemme lemme arriva all’Eremo, e poi il resto del gruppo che spiega di star scendendo. Tutti insieme, stavolta, ritorniamo alle macchine talmente soddisfatti da scordarci che la spagnola, new entry, avrebbe dovuto pagarci la colazione. Del resto ci sono mancate anche la martellatine di Luigi, ma non la genziana, quella non manca mai, stavolta abbiamo assaggiato, con vero piacere, quella di Emilio. Grazie Lupacchiotti!!

Alla prossima! Mg 5.10.2022

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