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Grotta di Montecchio o del Diavolo

Antefatto: Lasciate le ragazze agli altri nonni e alle loro occupazioni preferite, smartphone smartphonesmartphone, noi tre (Sergio, Francesco, Mg), diversamente vecchi ma pieni di curiosità, entusiasmo e voglia di vivere nella rude realtà naturale, ce ne andiamo alla grotta del diavolo (o di Montecchio) con lo scopo di cercare cerchi di grotta.

L’epica impresa: Sveglia alle 6 che la strada è lunga, circa 3 ore per stare davanti a un montarozzo di calcare massiccio, prospiciente alla pianura laddove scorre l’Albenga e fumeggiano le terme saturnie. Dopo 17 anni non ci ricordiamo più come arrivare alla grotta, ma presto la troviamo seguendo la balza rocciosa. Il sentierino è molto semplice, dalla strada un masso con un ometto sopra indica una traccia che sale direttissima alla grotta. Inizio ad armare mentre un gufo scappa dall’ingresso. Francesco mi raggiunge e supera perché lui ad armare ci mette zero tempo. Anche perché adopera uno spago da scarpe per un saltino (armi trentini… beata sora nostra morte corporale..) e una corda da 100 fino alla fine, nuova di zecca (..che sora morte non ci farà male..). Sergio arriva ansimando al bagno turco “non gliela fo più” che tanto questa frase la dice da 40 anni, però ci segue imperterrito fermandosi solo all’ingresso della strettoia ripida nel pozzo laddove potrebbe rompersi le costole. Quelli che si rompono sotto la chiave di Francesco, invece, sono gli armi, fix che girano e se stretti troppo si spezzano. Però lui, tra armi naturali, deviazioni, magheggi, riesce a mettere abbastanza frazionamenti, corti perché se si rompe l’armo resta poca corda ed atterra alla sala dei serpenti. L’ultimo frazionamento corto in libera mi fa dannare un bel po’ ma alla fine lo raggiungo che si è già girato tutta la sala dei serpenti. Non abbastanza per trovare il condotto che porta alla sala finocchi per cui incautamente seguiamo una freccia nera che ci fa strisciare su un lungo ed infinito tribolo. “Non è questo sicuro!” dice Francesco mentre si arrampica in libera per una corda che sale. “Scendi subito che ti fai male” gli strillo ma lui niente, passa pure un frazionamento per capire che non può proprio essere quella la via. Tornati alla sala dei serpenti mi invita a prendere uno stretto passaggio davanti al quale c’è un ometto. Mi pare troppo stretto per cui prima di andarci lascio lo zaino ma alla fine sbocco proprio alla sala dei finocchi e, mentre Francesco cerca i famigerati cerchi di grotta mi tocca rifare il tribolo per recuperare lo zaino. Tra ricerche e foto giriamo un bel po’ nel salone ma non abbastanza da trovare il passaggio per il pozzo dei dannati che porta all’acheronte e alla falda acquifera. Peccato, tra l’altro non avevamo il rilievo appresso. Niente cerchi di grotta, torniamo su, Francesco disarma e raggiungo Sergio che ci sta aspettando dopo la strettoia. “Ci hai aspettato!!!!!!!! Grazie!!!!!!!!!!!! Prenditi un po’ di materiale che aiuto Francesco, hai avuto freddo?”. “Siete stati giù 3 ore ma ho fatto su e giù per la corda per scaldarmi”. Contentissima che ci abbia aspettato saliamo assieme mentre mi aiuta a superare i passaggi scivolosi e bon, siamo fuori alle 15,30 in tempo per non beccarsi la pioggia torrenziale che ci accompagnerà fino a casa.
Grazie!!!!!!!!!!!!!!
Alla prossima!!!! Mg 5.1.2022

rilievo grotta di Montecchio o del Diavolo

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