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Monte Baldo

13.8.2022. Monte Baldo C’è di bello che a Trento devi uscire entro le 9, tanto ci permettono le righe bianche, dopo scatta la multa. Usciamo svelti e decidiamo il da farsi “perché non andiamo sul Baldo?” è la mia interessata proposta, là le specie endemiche baldensis si sprecano “e poi ci sono i buchi da cercare per Francesco che l’ha definito terra ignota”. “Bravi andate” è la pronta riposta di Francè dalla terra ellenica. Stavolta non ci ha dato compiti, siamo autodidatti. “A quale Baldo vuoi andare?” chiede Sergio “quello più vicino a noi, tanto per non sprecare tempo in macchina”. Certo mi piacerebbe andare nella rocciosa cima, ma mi contento. Andiamo quindi all’albergo-rifugio Graziani ma, viste le macchine parcheggiate, facciamo dietro front per affrontare un sentiero ombroso, n.654, che porta a Malga Bes (1514 m). Perché, lo conosciamo? Niente affatto, è emerso dalle famose tracce di Sergio che anche se vai in Antartide ti dice il sentiero che c’è. Più che sentiero è uno stradone, peraltro non transitabile da macchine, solo dai soliti ciclisti “na maniciata de chiodi” come dice Angelo. Mi attardo a fotografare fiori, sia mai siano strane specie endemiche, ancorchè precise identiche alle mie solite che trovo ovunque, però, hai visto mai, abbiano un chè microscopico di diverso. Ovviamente ci pensa la digitale, programmata a microscopio che di mio si e no che vedo la macchia di colore sul terreno. A tal proposito alcune macchie bianche mi avvertono che sono in presenza di ottimi prataioli odoranti di anice, eduli senza dubbio alcuno, vediamo domani se saremo ancora vivi. Arrivati alla malga, laddove speravamo di trovare cibo e conforto, chessò un gelato al latte di mucca, niente, solo mucche senza gelati. Sergio, non ancora stanco, offre un’ampia scelta di sentieri “andiamo lassù dove ci sono le opere di guerra o nello stradone facile e poco ripido fino al rifugio Graziani?”(bocca del Creer 1617 m) senza mettere in moto neuroni opto per la seconda, un po’ perché ai fini botanici è tutto buono, secondariamente non vorrei che di colpo Sergio desse forfait e mi lasciasse sola a vagolare per prati, che qua faccio notte a cercare fiori. In relativamente poco tempo arriviamo a Graziani e come immediato conforto ci sbramiamo una pasta e fagioli che consente una camminata a reazione. Il simpatico e gentile ragazzo che ci serve mi offre un caffè, questo perché essendo romani facciamo ottime carbonare. Offerta alla città, non sapendo che di mio mangerei gatti. Sergio oggi è proprio in vena, sarà per la pasta e fagioli, invece di aspettarmi al rifugio che scendo e riprendo la macchina, propone di tornare per un altro sentiero, che sale per 100 metri, attraversa un altopiano, scende per opere di guerra e riporta al malga Bes. “Ti va?” che domande, di mio salirei anche Cima Valdritta (2218 m) la vetta baldense. In virtù della pasta e fagioli saliamo senza fatica e incrociamo un moro che abita dentro un anfratto del monte e fa il pastore di pecore. Sale velocemente con in testa una sporta di bottiglie d’acqua. Gli chiediamo se gli serve qualcosa “no, solo acqua”risponde sorridendo. Alla faccia dei ricconi razzisti. Il posto che attraversiamo è spettacolare per il panorama ma non trovo molti fiori, sicuramente ci saranno in primavera, ora è davvero tutto troppo secco, mi contento di fotografare i cinorrodi di diverse specie di rose, sicura di non poterli poi determinare al meglio, troppo impazzimento per una che ci vede male assai. Sergio nel frattempo è già sceso alla malga e mi aspetta “sei stanco?, come vanno il piede e la schiena?” “insomma” ma non lo trovo più affranto di tanto, anzi, piuttosto arzillo. Bene, speriamo che duri. Chi invece non è durato è Piero Angela, come scopro aprendo Fb e la frase di mia sorella “come farò senza Piero?” “c’è sempre Alberto” rispondo, pensando dapprima a una protesta contro l’ignoranza fascia che odia trasmissioni scientifico-culturali ma poi realizzo che dev’essere morto. Del resto prima o poi ci tocca e mi pare che ci siamo anche avvantaggiati parecchio grazie ai cambiamenti climatici in atto. “sai che d’è?” dico a Sergio, “riempiamo tutte le bottiglie a questa sorgentina prima che l’acqua scompaia e addio fighi”. Che qua, essendo carsico, di acqua ce n’è veramente poca.

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