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Monte Cornetto da Pian delle Fugazze

15.8.2022. Monte Cornetto (1899 m) da Pian delle Fugazze (1162 m). Ferragosto!! Ieri la Luisa e oggi Luigi, piano piano riuscirò a vedere tutti i miei fratelli? Vederli tutti assieme è un’impresa, quasi come quella di oggi. Ma andiamo con ordine. Tanto per cominciare a Rovereto, cercando un bar aperto, sbagliamo strada e percorriamo la Vallarsa dalla parte destra. Poco male, anche questo versante è molto bello e, tra l’altro, dice Luigi essere più corto. Luigi lo incontriamo a Pian delle Fugazze e aspettiamo Cesare, il suo amico che, prima ancora di scendere dalla macchina, si scusa del ritardo, un’inezia, e del fatto che è l’ultimo. Ma scoprirò a mie spese che essere ultimo non è il suo forte. E’ il mio. Sergio mette subito le mani avanti “non c’è Raffaela? Allora non vengo con voi, mi siedo all’ombra e vi aspetto”. Non che Raffaela sia garanzia di riposo, cammina come un trattore anche lei, oggi però ha dato forfait pensando chissà che scarpinata che le tocca. Infatti. Dovremmo prendere il sentiero che sale subito da Pian delle FUgazze ma sbagliamo e ci tocca tornare indietro a riprenderlo, qua Luigi dice di essere già stanco. “Meno male”, penso tra me e me, magari si va pianino e posso cercare i fiori. Manco per niente, appena imboccato quello giusto prende un’anda da paura, seguito da Cesare. Io non vorrei sfigurare con questo suo amico, così di colpo, datosi che mi sono vantata di essere unadelcai. Fatto sta che nel ripidissimo sentiero del bosco, dapprima discorro piacevolmente con Luigi, ma poi non posso nemmeno più arfiare mentre lui, che si credeva stanco, propone di salire sulla cima del Cornetto, quasi 800 m di dislivello dritti per dritti, e semmai scendere verso il Baffelan, farsi anche quello e tornare per il ponte tibetano. Un giro della madonna. Che oggi sarebbe anche la festa sua. Però questo l’avrebbe valutato strada facendo, visto che è stanco. Alla selletta Nord-Ovest, 1585 m, invece di interpellare i gitanti, sale direttamente verso il Cornetto (sentiero 175, 50 minuti) seguito da Cesare e dalla sottoscritta, da una parte contenta assai di rifare il monte da questo versante, dall’altra affaticata oltre modo per la velocità di sti due. Dopo un po’, infatti, mi seminano e, a questo punto, decido di procedere col mio solito passo, diesel. Bontà loro che, comequellidelcai, non mi chiedono “ma gliela fai?”. Invece prendono atto che questo è il passo mio e ogni tanto, ma poco, mi aspettano. Arriviamo finalmente in cima e apprezzo che ci sia la sosta per qualche foto, visto che prima di soste manco l’ombra. Sfrutto dei rocciatori per farci immortalare con la croce, e Luigi ne approfitta per chiedere lumi sul percorso per il Baffelan che, a vederlo, pare franato. “No, c’è un pezzo di corda di metallo, sta sotto” spiega questo. Dopo lungo conciliabolo con se medesimo Luigi decide che non è il caso di azzardarci a fare sto sentiero, meglio farlo in salita, per cui torneremo quasi per la stessa strada. Nel senso che la prendiamo lunga per malga Boffetal e poi per il 173 e la strada asfaltata. Contenta di non dover fare tutta la catena delle Piccole Dolomiti (Cornetto – 3Apostoli-Baffelan) spero che la malga sia aperta per un conforto, almeno di birra fresca. Oggi sono fortunata, c’è la birra e anche un bel panino con la sopressa mangiata con la so calma che questi due, da frettolosi che erano, si siedono e bon, siesta. Veramente sto sulle spine perché Sergio ci aspetta e non sa della lunga sosta. Lo troviamo all’ombra della pensilina della corriera, frastornato dalla musica a tutto volume proveniente dal bar. Nemmeno in montagna si può stare in silenzio, via, torniamocene a Trento, città temporaneamente deserta dove il silenzio regna sovrano, neanche la tv (più che altro perché non sappiamo come mettere i programmi….).

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