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Voragine di Monte Travo

(Allenamento)

Antefatto: Nel gruppo c’è una nota tritapalle, la quale, oltre a tritare chiunque abbia a che fare con lei, forte del detto “molti nemici molto onore”, trita soprattutto al grosso marito, che, a fronte di frettolose prestazioni sessuali, deve sottostare alle più disparate esigenze, dalla cucitura di tute femminili, alle finestre anodizzate, a quant’altro le passi sul momento per la capa. Per tacitarla, allora, pensa di regalarle “L’IDROPULITRICE”, status symbol del vero speleolavatore. La tritapalle, finalmente appagata, si profonde in efferati lavaggi di tutto e di più materiale speleo. Non so chi, però, nel gruppo, parlando, abbia posto l’accento su un aspetto dell’idropropulitrice: quanto danneggia l’imbraco?

L’epica impresa: Tempo cane, freddo boia, al cavallino si ritrovano: Sergio DC, Milena e futuro pupo/a, Mg (la nota tritapalle) e consorte, nonché il bravo Enrico; mancano all’appello: il neoiscritto Alessandro e Patrizia. Dopo congrua attesa si decide che: Alessandro, se vuol venire, deve essere puntuale; Patrizia starà col Patato, peggio per lei.
Meta presunta è la voragine del Faggeto, in quel di Esperia, ma lungo la strada nevica, Esperia è piena di neve, non c’è nessuno che ci pungola, non è il caso…..allora si ripiega sulla voragine di Monte Travo. Nel frattempo Alessandro si fa sentire, dicendo di aver capito che l’appuntamento è per l’ora successiva, ma tutti sgamano la messinscena per vincere la sega d’oro della settimana.
Per trovare la voragine, Sergio DC, temendo di perdere la sega d’oro, costringe la kangoo ad attraversare tutto il basso lazio, tanto che Enrico rileva che “stiamo facendo battute in macchina”, anziché battuta a piedi.
Come Dio vuole, ad una certa ora, finalmente arriviamo all’agognato monte Travo. Anche lì, invece di percorrere il comodo sentiero, Sergio DC ci butta tra i peggio rovi, invocando come scusa, che nel frattempo sono cresciuti (dal numero dei cerchi concentrici dei tronchi dei rovi, abbiamo capito che era una ulteriore, squallida, manovra per detenere in perpetuo la sega).
Arma Sergio Nozzolone, tra le ire di Mg che voleva armare lei (l’infingarda). Dopo una lunga attesa, dovuta forse a qualche timore (l’altro Sergio per tutto il tempo declamava il famoso mantra “PAUUURA”), la voragine è armata.
Scendono i Nozzoli ed Enrico, senza ulteriori contrattempi, tutti entusiasti della voragine. All’interno c’è un rottame di bicicletta, ma non i resti di Marcello, chissà…… Dopo aver ben pestolato il fango, si decide di salire, che la famiglia presidenziale è in attesa…in tutti i sensi.. Sale Sergio, sale Enrico, resta Mg.
Mg s’accinge a salire, ma, fatti pochi metri, sente un cric sull’imbrago ed istantaneo esplode il pensiero (di solito così restio): “ci siamo, ecco il famoso cedimento strutturale”.
In un nano-secondo si ritrova in cima, ben attaccata al frazionamento, con le unghie e con i denti (perché dell’imbrago non c’è da fidarsi). Ma in quel nano-secondo Mg ha visto come il getto dell’idropropulitrice sia penetrato ben bene in ogni fibra dell’imbraco, spezzando i legami atomici delle singole cellule imbragose, riducendolo peggio di un cencio logoro, il chè, assommato al peso in crescita esponenziale della imbragata, faceva sì che per mero miracolo non si sia lacerato in piena salita, facendo piombare la malcapitata sopra la bicicletta di Marcello (giusta punizione divina, in fondo). A chi la SEGA D’ORO? Alla PAUUUUUrosa Mg, la quale, ancorchè vecchia decrepita, rimane saldamente attaccata a sta losca vita, con un imbraco fracico.
Alla prossima!! Mg 16.3.2003

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