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Pollino speleo

Anche quest’anno il GSG Onlus ha programmato un campo speleo, questa volta sul Pollino, con base a S.Lorenzo Bellizzi (CS). Grandiosamente si era pensato di fare un campo-corso, con ampia partecipazione di soci e corsisti, più modestamente il campo si è ridotto ad 8 partecipanti (Carlo, Paolo, Manuela, Maria Grazia, Sergio D.C., Sergio N.)con due corsisti: Irene e Marcello.

Partenza scaglionata lunedì 22 luglio, divisi per allodole (Carlo, Irene, Sergio N., Mg, e Marcello) e gufi (Paolo, Manuela e Sergio DC). Le allodole, partite presto, si sono fermate a sguazzare nell’acqua putrido-sulfurea dello scarico della grotta delle ninfe, ingozzandosi poi con una tortilla super calorica (8 uova, 4 kili di patate ed un sacco di altre schifezze) preparata da Marcello anche per i gufi, ma velocemente scomparsa, per lo più, nella pancia di Carlo.
Occorre aprire qui una dolorosa parentesi, Paolo non ci aveva preparato al programma base del corso: ingrassamento: 7 kili in 7 giorni, con scarsa possibilità di recupero e quasi nessuna speranza di smaltimento. Arrivati a S.Lorenzo Bellizzi, abbacinati dal grandioso spettacolo della timpa di S.Lorenzo, le allodole si sono subito perse in giro pel paese, con Marcello in piena crisi di astinenza da gelato, ma non d’acqua….ma questo lo vedremo dopo.
Al “Pino Loricato” Maria, con alti strepiti, ci ha accolto lamentando la mancanza delle programmate 20 persone, ed ha offerto alle allodole una mansarda, unica stanza, per 5.
A questo punto è sorto un atroce dilemma: astinenza od ammucchiata? Una rapida occhiata alle mutandine di Marcello ed ai mutandoni di Sergio N. non ha favorito possibilità di ripensamenti o rimpianti: astinenza. Lì abbiamo intrapreso la seconda e più cospicua parte del corso: coma pomeridiano; qualcuno ha tentato di leggere con Marcello di sottofondo, i più sono crollati sopra le calde coltri.
Alla sera riunione dei partecipanti attorno al desco, speranza vana tentare di illustrare le lezioni teoriche, perché si è subito imposta la terza parte del corso: le lezioni di Marcello.
Con crescente sgomento, sera dopo sera, cena dopo cena, abbiamo appreso nostro malgrado: tutto sulle biciclette; tutto sul cibo (per fortuna Marcello mangiando a quattro palmenti ha di fatto smentito le sue asserzioni); come vivere nel deserto con mezzo litro d’acqua e, soprattutto: che la corsa è scritta nel nostro DNA, andare in grotta lentamente come fa Badino è deleterio, meglio faremmo a correre, sempre e comunque. Le cene serali sono state il clou del campo: venti dovevamo essere e per venti bisognava mangiare….per rispetto di Maria, nostra cuoca e nostra musa, non abbiamo lasciato avanzi.

1° giorno di stenti: Gole del Raganello , partendo tardi, chi ha programmato le uscite fa parte dei gufi. Marcello allodola si è alzato invece alle 5,30 ed ha cominciato a correre, farlo smettere è stato l’impegno costante degli istruttori di turno.
Con noi si è aggregato uno degli innumerevoli Lorenzo che abitano a S.Lorenzo.
Siamo partiti sotto un sole cocente, Marcello si è impossessato di un cane, del mezzo litro d’acqua necessario, dando carica alle gambone, ci aspetterà un’era geologica successiva in cima al sentiero; una volta innestate le gambe non c’è verso di farle fermare.
L’escursione si è svolta senza particolari problemi o difficoltà, chi se l’è cavata meglio sono stati gli speleosub Carlo ed Irene che sguazzavano allegri nel loro elemento preferito, anche il cane, ad onta delle Cassandre, se l’è cavata meglio di noi, buttandosi a capofitto nelle pozze.

2° giorno di stenti: Grotta di S.Paolo
, caldo bestiale, la grotta con due ingressi è lontana, ancorchè vicina alle macchine.
Siamo arrivati all’ingresso a mezzogiorno e lì è scoppiato furibondo un battibecco Mg-Marcello, a causa di uno zaino fatto con il cartone del pandoro, e del mezzo litro d’acqua…..Sergio DC per far da paciere ha balenato l’ipotesi che Mg si reincarnerà in ragno peloso, la prossima vita, così Mg suo malgrado ha evitato ulteriori polemiche, aumentandole a dismisura le difficoltà insite nell’andare in grotta….andare in grotta muta.
Sergio N., al solito, si è piantato in una strettoia, lì è rimasto a guardare gli altri proseguire, non si sa con quanto dispiacere, in fondo. La grotta era molto bella e davvero unici erano i drappi di concrezioni formatisi sotto l’acqua, quando l’acqua c’era.
Nella prima ostica strettoia si è potuto notare l’estro verbale di Manuela che, per convincere Marcello ad infilarsi, ha descritto il passaggio come un’autostrada a 4 corsie, con tanto di piazzola per il pic – nic.

3° giorno di stenti: Grotta Serra del Gufo
Anche questa volta con noi c’era Lorenzo, che voleva cimentarsi con il pozzo.
Siamo arrivati all’ingresso con solito caldazzo e le gambe a strisce per il sentiero non propriamente libero dalle sterpaglie. Abbiamo sceso il pozzo, chi prima, chi dopo, uno zaino ha preso la scorciatoia, piombando sotto quello successivo. Abbiamo percorso la grotta con tutta la comodità del caso, Manuela scattando foto con la macchinetta digitale; Sergio DC e Mg infiandosi in una serie di strettoie senz’aria per cercare, inutilmente, un’uscita alternativa al pozzo; Paolo armando dappertutto; Marcello parlando, i sub boccheggiando; Sergio N. evitando strettoie e facendo l’istruttore al Lorenzo di turno. Irene salendo il pozzo ha avuto problemi con croll e ventrale, Paolo l’ha raggiunta, ha chiuso il ventrale ed è sceso; Mg l’ha raggiunta, ha tolto la maniglia ed è scesa; Irene suo malgrado è dovuta ridiscendere da sola, nonostante in cuor suo avesse sperato di vedere la manovra di soccorso fatta in grotta. Marcello intanto era già uscito e, per defaticarsi, ha avuto la brillante idea di tornare a casa di corsa (15 kilometri in salita); per strada gli abbiamo dato, impietositi, un passaggio: aveva finito il mezzo litro d’acqua.

4° giorno NON di stenti: libero
Il tempo stava cambiando, la programmata uscita alla “gola delle gole” non si poteva più fare. Carlo, Irene, Mg e Sergio N. hanno deciso, quindi, di andare a far allenamento su un sasso aggettante; sotto il sasso c’era un riparo con muretto a secco: la casa di Carlo, provvidenziale al momento opportuno; quando Mg ha portato le bottiglie d’acqua per bagnare le corde è iniziato un violento acquazzone. Paolo, Sergio DC e Manuela avrebbero voluto andare a scavare al Pascalone, arrivati all’inghiottitoio sono stati raggiunti da un nuvolone nero pieno di pioggia e fulmini.
Marcello ha, invece, preso alla lettera il giorno “libero” e si è infilato al bar, a mangiare gelati sopra gelati e giocare a carte coi ragazzini del paese. Alla sera ci siamo ritrovati sotto una pioggia torrenziale: il Bifurto è out.

5° giorno di stenti: grotta a prescindere: Damale.
Alla mattina riunione: gli speleosub Carlo ed Irene, tutti pimpanti per l’acqua hanno senz’altro deciso di partire per Palinuro, lì c’era tutta l’attrezzatura sub che li aspettava per l’immersione. Paolo ipercinetico ha proposto di scavare alla grotta Damale, salendo con gli ombrelli; Manuela, i Sergi e Mg hanno accettato, Marcello invece voleva il Bifurto o niente, con aria schifiltosa si è informato sulla grotta Damale, Paolo gli ha risposto “noi andiamo in grotta…..A PRESCINDERE”. E’ arrivato, però, giusto in tempo il Lorenzo per portarsi via Marcello, con la scusa di aiutare a preparare una mostra fotografica all’altro Lorenzo; Marcello pensando ai gelati c’è andato.
La grotta invece non soffiava, non dava adito a scavi, l’abbiamo percorsa con tutto comodo, alla Badino se non di più, ci siamo divertiti parecchio a sparlare, rischiando tutti di rinascere drosofile.

6° giorno: LA FINE Ancora pioggia!!!!
Sergio N., Mg e Marcello sono ritornati a casa; Paolo, Manuela e Sergio Dc, dopo cospicua colazione (tre caffè, vari succhi di frutta e brioches), approfittando di uno squarcio di sereno, hanno deciso di scendere nelle gole dal ponte d’Ilice. Nonostante il labirinto di sterrate sono riusciti ad imboccare la via giusta, su indicazione di contadini locali, guadagnandoci l’accompagnamento dell’ennesimo cagnetto, stavolta però stronzo (abbaia furiosamente a distanza costante per restare fuori tiro!!!). Ovviamente il tempo peggiorava, ovviamente toccava ripararsi sotto gli alberi più volte ed ovviamente, raggiunto il ponte d’Ilice si rendeva necessario un ammutinamento da parte di Manuela per bloccare l’ipercinetico (sempre Paolo) che a quel punto voleva scendere fino al Raganello, incurante della pioggia e dei sassi che cominciavano a cadere. Al ritorno alla macchina i tre sono entrati in una masseria a chiedere di comprare del formaggio… e sono finiti con lo scroccare il pranzo, compreso di tiramisù e caffè da una famiglia contadina (comprendente l’ennesimo Lorenzo) che li ha ringraziati pure della compagnia!!!

Alla prossima!!! Mg 30.7.2002

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