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Pozzo Salutina (Esplorazione pozzo Monti Ausoni)

Antefatto: Ogni tanto sogno di essere una persona normale, con una casa pulita, una macchina pulita, chessò, avere tutto a posto, invece guarda com’è, m’è capitato di essere speleo e le due cose, pare, non vanno affatto d’accordo… tra l’altro ho chi mi rema contro, speleo peggio di me, nel senso che manco sogna di essere normale, men che mai di pulire.

L’epica impresa: Oggi partiamo alla volta di Sonnino, abbiamo la macchina nuova, mai visto e mai avuto qualcosa di più pulito, è liscia, lucida, tutto a posto, senza sacchi d’immondizia e cianfrusaglie sparse ovunque.
Lo so, pare un sogno prosaico.
Va beh, la carichiamo con i soliti sacchi speleo e vengono con noi Loretta, Luca e Roberta, che commentano ammirati sta novità. “Si vede che è la settimana del pulito” dico “tant’è che abbiamo lucidato anche la sede, non dico di fino, ma quasi”. Arriviamo a Sonnino e c’incontriamo con lo Speleo Club, con Gianni l’assessore, con Antonella la pasionaria e con due Sonninesi, ossia Salutina e consorte. Scopo dell’uscita vedere grotte. Ci dividiamo per gruppi. Noi del GGCR andiamo con Antonella nel terreno dei Sonninesi perché si è aperto un pozzo, lo Speleo Club va con l’Assessore a vedere tre buchi aperti da mò.
Salutina, la padrona del terreno, ci racconta che prima c’era un ulivo, s’è seccato ed è sparito, radici e tutto, ed al suo posto c’è sto buco che si allarga sempre di più, ci butti il sasso e rotola come il Krubera. Bene, non ci resta che scendere.
Il Nozzolone arma con la solita freccia di tesa e scendo io, che sono a perdere e non mi frega nulla, solo di aver la macchina pulita e che resti tale, chessò, almeno per 10 anni. Ovviamente c’è la corda col nodo. Pulisco ben bene il pozzo mentre scendo (almeno questo uno speleo lo fa di prassi), passo il nodo ed arrivo ad una specie di terrazzino di terra, qua servirebbe un frazionamento ma non c’è alcunché di naturale da utilizzare. Ho ancora tre metri di corda sotto di me e poi il pozzo prosegue ancora per una decina di metri, stretto ed interrato. Non è il caso di scendere oltre, la corda struscerebbe troppo e, in ogni caso, non ne abbiamo altre da aggiungere. Aria non ce n’è, anzi, fa un caldo soffoco boia. Salgo e vorrei riscendere a rilevare, da scientifica. Ma l’attuale curatore del catasto decide che basta prendere i punti sopra col distanziometro perché prenderli sotto non aggiungerebbe nulla alla conoscenza del fenomeno. Ne convengo. Sono una palla di fango, per cui mi cambio, sia mai che sta zella travasi in macchina. Il Nozzolone, invece, che ha pestato per bene il terreno fangoso, sale in macchina con gli scarponi.
AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!
La sua parte di tappetino è già allo stato 10 anni di sporco mai pulito. Al mio obiettare ha anche da ridire “fai l’Angelo della situazione? La macchina deve capire qual è il suo ruolo”.
Certo pure io il mio, esercizio di pazienza ai sogni infranti.
Ora non ci resta che raggiungere lo Speleo Club. La strada è un sentiero fangoso e irrovato e la macchina s’è già bella strusciata, infangata, immediatamente calata nella parte e solidale col Nozzolone. Per arrivare agli altri due buchi bisogna passare una specie di trincea di acqua e melma, ben? Non abbiamo scarpe di ricambio? Luca no. Mihhhh!!!!!!!!!!! Non solo non le ha ma mi racconta che quelle che sta portando sono il meglio del meglio, le ha da 5 anni e vanno benone. Mica sono pure autopulenti, sta a vedè…
Lo Speleo sta assiso con Gianni l’assessore sopra a un buco tondo tra rovi, fondo si e no 5 metri e niente di che, dentro ci sono gli astici che rilevano. Passo il mio casco all’astica e, passate enne ore, con le bava alla bocca ne pretendo l’immediata restituzione che noi dobbiamo tornare a casa. Che devo lavare la roba infangata, per inciso. Abbandoniamo al loro destino lo Speleo e via, a casa, Luca scalzo, famose a capì….
”Ma il pozzo nuovo come l’abbiamo chiamato?” chiedo “Pozzo Salutina” risponde Luca “ma lo sa la proprietaria che il nome si dà solo ai morti?” “tanto fra un po’ morirà pure lei” ..e quel pure dà una stura ad un profondo discorso sul fatto che ce tocca morì e pure da vecchi, visto che la più bella età la stiamo già passando tra fango e spini.
La sega? al Nozzolone!!!!!!!!!!!!! Per zella.
Alla prossima! Mg 23.2.2014
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