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Monte Rotonaria

Antefatto: Che voglia di fare un giro in montagna con Elena di quelli di una volta, che torni mortammmazzata e bon. Subito lei risponde proponendomi 1600 m di dislivello. “Ahò? Subito? Mi devo allenare un attimo” “Non c’è problema domenica vieni con noi alla Rotonaria,1000 m di dislivello e ci alleniamo”. Notare il ci, lei ovviamente non ne ha bisogno. Pensando alle nostre scarpinate con Giorgio mi prende l’ansia “gliel’hai detto ai tuoi amici che vado piano ma diesel?” “non ti preoccupare, Francesco fa le foto”.

L’epica impresa: A Valmontone faccio la conoscenza con i suoi amici, per inciso, quelli di “Escursioni in Appennino”, ecco dopo i Lupacchiotti brizzolati questi mi mancavano. Manlio, Francesco e Giulio. “Giulio è l’amico di Annarita” mi ragguaglia Elena “Annarita chi?” “la moglie di Federico” “Federico chi?” “quello a cui avete intitolato la grotta” “quale grotta?”, ”E’ anche amico di Marina” “Marina chi?” Avranno pensato che ho l’Alzheimer galoppante, ma di botto mi viene in mente tutto: Annarita la generalessa, Federico Donati di cui il salone ai Serini e Marina Nuzzi. Bon. Partiamo con la macchina di Manlio verso Vico nel Lazio e scopro che Manlio racconta divertenti barzellette. Parcheggiamo davanti al Camping laddove una signora, bontà sua, ci fa il caffè che per la salita ci vuole. Vicino a noi si ferma il pulmino del Soccorso Alpino. Già lo sanno questi che ne abbiamo bisogno?. “Tranquilli, non è per voi, è un’esercitazione”. Così sollevati dalla presenza del Soccorso, c’incamminiamo verso la Rotonaria lungo Vallone Faito. Come detto da Elena, Francesco fa le foto. Veramente anch’io le faccio ma scopro immediatamente che lui ne fa enne di più, fermandosi e fermandoci di conseguenza. Morale, i 1000 metri si percorrono talmente placidamente che andare al mercato di Ciampino mi stanca di più. E c’è anche la neve per la gioia dei miei scarponi non più impermeabili. Solo la neve? No, anche un vento sferzante che ci fa desistere da andare alla Monna oltre che alla Rotonaria. “Manco i soldi della benzina” avrebbe detto Giorgio. Però Francesco ha la bella pensata di tornare per l’abbazia di Trisulti, onde fare giro ad anello. “Gli escursionisti corridori hanno detto che sono 20 km” obietto, ancorchè niente affatto stanca. “Ma no! 2 km e mezzo” risponde Francesco guardando il percorso dall’alto. Mettici che ha tralasciato qualche sali scendi. Com’è che parlo solo di Francesco? Perché non smette un attimo di parlare e fotografare, certo anche Elena ci mette del suo, ma rispetto a lui gli altri due sono silenziosi e, soprattutto, si astengono dal fotografare. Dopo una lunga, estenuante, sosta alla vetta ventosa, finalmente schiodiamo per tornare verso Trisulti, percorrendo il nevoso sentiero 609. Cammina cammina mi sembra che stiamo scendendo molto di più di quanto siamo saliti. “Vedrai che ci toccherà andare alla strada di Trisulti, mettere in bella mostra le coscione di Elena e farci dare un passaggio fino al Campeggio”, penso tra me e me. Invece, fortunatamente, troviamo il sentiero che, traversando un colle ovviamente in salita, ci porta alle macchine, previo percorso in ripidi sedimenti cataclasati di incerta natura. Bel posto selvaggio con torrente in mezzo al bosco. Al Campeggio doverosa sosta per ristorarci prima di tornare a casa. Ma come per la salita la parlantina di Francesco la fa da padrona, fortuna che qua non fa le foto finchè, presa da esasperazione per mancanza di Sergio, sbotto che io tengo famiglia e vorrei prima o poi ricongiungermi alla dolce metà. Ovviamente sono stata contentissima di aver conosciuto questi nuovi amici, rivisto Elena e inserita a pieno titolo tra le “Escursioni in Appennino”. Unica paura, temo le valanghe di foto che mi arriveranno ad intasare il PC già sovrassaturo delle mie…
Alla prossima! Mg 10.4.2022

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