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30.6.2015 Fonte dell'Aquila
Oggi dovremmo star fermi un giro, onde recuperare le forze, ma non è da noi, più che altro, non abbiamo trovato nessuna piscina comunale, terme o qualsivoglia amenità alternativa. La proposta del Nozzolone è il sentiero della Fonte dell'Aquila da Bolognola. Mai sentita. Bon, andiamo, che da descrizione è facile, dura poco, non si incontra nessuno lungo il sentiero ed è luogo di ripopolamento del camoscio appenninico. In effetti il percorso è abbastanza semplice, 6 km andata e ritorno per 300 m di dislivello. Veramente a me sembra lungo, forse perchè lo percorro fotografando fiori mentre il Nozz, più concretamente, trova alcuni luridus, prataioli e una marcolepiota. Di camosci manco l'ombra. Arrivati alla fonte scopriamo che è un pisciarello, tipica sorgente di interstrato con terreno argilloso. Allora, quanto meno, arrivo fino al punto panoramico, poco tracciato tra erbe alte, bellissime orchidee, ma senza il bastone del Nozzolone ho paura della vipera orsiniana che, va a capire, la decantano pure. Per fortuna è lei che ha paura di me, arrivo al punto panoramico e c'è la tabella illustrativa dei monti che vedo. Meno male, ora che so dove sta Monte Acuto mi sento benone! Al ritorno facciamo tappa al rifugio di Cupi dove la gentilissima gestrice ci lascia consultare tutti i libri sibillini in dotazione. Altra tappa al santuario di Macereto, appena ricostruito, pare, ma senza una cavolo di tabella esplicativa. Magari dentro c'è una madonna che cura schiena e gambe disastrate, va a sapè. Tanto la chiesa è chiusa, possiamo solo pellegrinare per i portici. Bene, ora dovremmo fare la spesa ed è la parte più ostica della giornata, belli belli i Sibillini, ma non c'è un supermercato degno di tale nome, qualche botteguccia cara arrabbiata con la verdura mezza marcia. E dire che qua è tutto verde che ti verrebbe da entrare in un orto e fregare la lattuga. Avessi visto un ortolano, poi, ma dove stanno tutti?che anche i pochi bar sono chiusi, avrei rialzato l'economia rurale, “mi vende qualche quintale di insalata? Tanto per sopravvivere alla sola pastasciutta (con i funghi raccolti, per inciso...).

1.7.2015 Passo Cattivo

Volevi andare a Passo Cattivo?eccoti accontentata. Il primo problema da risolvere è comprare frutta e verdura, andiamo a Visso a cercare l'ortolana dei Sibillini....chiusa! Va ben, rimandiamo al pomeriggio all'alimentari di Ussita, che ha l'insalata in busta vecchiotta ma ancora bona (più o meno come me...) e partiamo alla volta di Monte Bove. E' aperta la seggiovia? Solo per oggi e solo perchè c'è un gruppo di ragazzi, tipo centro ricreativo, che ha prenotato, per noi fanno eccezione. Grazie mille!! L'aria, a 1830, è bella fresca frizzante, “dove vanno sti ragazzi?” chiedo “A Passo Cattivo”, risponde quello della seggiovia “se tornare per le 15,30 potete scendere con loro”. “Ben, andiamoci anche noi”, propone il Nozzolone che ha una gran paura di scendere a piedi. Per me va benone, figuriamoci, che avrei fatto anche il trans-sibillini. Pariamo e stacchiamo di gran lunga il gruppo, meglio che così posso fotografare a piacimento, ma arrivati a Passo Cattivo, con quella bella cresta invitante, ecco il Nozzolone impuntarsi come il mulo del santuario di Macereto “troppo vento!” si lagna e via, a tornare verso la seggiovia. Però è troppo presto, occorre aspettare che riapra, e ora che faccio? Non ho nemmeno un elenco del telefono da leggere. Il Nozzolone, bontà sua, mi propone di andare in vetta, “tu, però, che io sono stanco” e vaiiiiiiiii!!!!!!!!!!!! M'incammino lesta tipo passo da CAI e in men che non si dica sto sulla sella, da una parte c'è Monte Bove sud, pieno di orridi impianti sciistici, tralicci, antenne e una cima erbosa, dall'altra Monte Bicco, roccioso, nudo e spoglio, più erto e con morfologie glaciali. Indovina dove vado? Al Bicco!!! così sono premiata dalla fioritura della saxifraga exarata che, a parte sul Kanin, ho visto solo qua, in tutto l'appennino!! Bon, arrivo in cima e telefono al Nozzolone “guarda in su!! mi vedi??” “si!” “faccio qualche autoscatto e scendo!” impiego più tempo a fotografarmi, esibizionista che non sono altro, che a scendere. Trovo il Nozzolone tutto imbacuccato all'ombra “fa freddo? Mettiamoci al sole ad aspettare i ragazzi” Sehhh!! dopo enne secondi di sole non ne posso più “ahò il sole della montagna fa malissimo, a quest'ora poi!!” così ho l'opzione di gelarmi all'ombra col vento cane o scottarmi al sole. Opto per coprirmi e mettermi tra il lusco e brusco, piedi puzzolenti al sole e il resto in ombra. Ecco arrivare la truppa dei ragazzi stanchi morti assetati, allora offro volentieri la mia acqua che so cosa vuol dire. Fortuna che sono arrivati presto e possiamo scendere con la seggiovia. Ora cerchiamo l'insalata a Ussita. Mercoledì l'alimentari è chiuso. Te pareva. E quaggiù è arrivato il caldo africano, si boccheggia anche a 800 m, figurarsi a Roma!!!

2.7.2015 Palazzo Borghese
Francesco c'impone di andare a Palazzo Borghese “dice Giulia che al passo c'è una profusione di doline mai vista” il chè è confermato anche da G.B.Miliani, che in quanto speleo atavico, tanto di cappello. Che un monte si chiami Palazzo Borghese fa ridere, come in centro a Roma, ma chi ci va in sto posto? Vanno tutti sul Vettore, ai Laghi di Pilato, al limite a Monte Porche..ma a Palazzo Borghese??? Noi! Lasciamo la macchina dopo Monte Prata, uno stradone che levati prosegue dritto verso il monte, dovremmo prendere questo e va a capire perchè è chiuso, dichiarato assai pericoloso e da percorrere con attrezzature alpinistiche. Già il Nozzolone inizia la lagna “dovremmo andare lassù? Non c'è un albero e il sole picchia forte, sti monti sono noiosissimi”. Va beh, gli metto la crema 50 e andiamo lo stesso. Veramente ci sono tre alberi in tutto, lo stradone è messo meglio della maggior parte delle strade della Capitale, laddove nessuno ha le attrezzature alpinistiche, ma tacchi a spillo, e arriva fino ad una fonte. Va a capire perchè, una volta fatto uno scempio del genere, poi non ti permettano di arrivarci in macchina. Alla fonte c'è un gregge di pecore che hanno fatto la transumanza in camion,ci dice il pastore straniero che non conosce buchi qua, te credo, anche fosse nostrano, che buchi vuoi che ci siano qua,è tutta scaglia rotta. Ora tocca prendere il sentiero che sale ripido a tornanti verso la sella del Palazzo Borghese. Devo dare ragione al Nozzolone, una volta tanto, perchè, a parte i fiori che ormai conosco bene, già fotografati tutti, non c'è che sta salita senza niente di niente, nemmeno una roccia che rompa la monotonia. Ma al passo tutto cambia! Il panorama si apre sulla valle sottostante, c'è un laghetto tipo lago di pilato in miniatura (tiè), da una parte Monte Porche, dall'altra il Sasso di Palazzo Borghese e l'allineamento di doline. Basta? No!! la flora diventa del tipo alpino e c'è una profusione di stelle alpine-appenniniche. Bello!!!!!! intanto sondiamo ste doline, da nessuna esce la colonna d'aria fredda, ma levato qualche sasso ci troviamo una colonna di immondizia. Il Nozzolone si mette al riparo sotto un'ombra micragnosa e vado ad esplorare il territorio. Non è che ste doline siano proprio un'enormità come immaginavamo, solo una serie di conche allineate, che, viste le rocce di questi monti, grasso che cola. Ora torniamo rapidamente a valle, dobbiamo vedere l'inghiottitoio di Castelluccio di Norcia, e visto che la fioritura sta iniziando, il Nozz mi concede 30 secondi per fotografarla. L'inghiottitoio sta ben lontano, ovviamente raggiungibile solo a piedi, ma ciò mi permette di fotografare per bene tutto il piano da questa parte. Arrivati dove un rivolo d'acqua si butta verso una parete di roccia, scendiamo lungo un profondo avvallamento e vediamo che è tutto tappato. Certo gli speleo di ogniddove c'hanno provato a scavare, ci sono anche i tubi innocenti per impedire il regolare riattappamento, ma di entrare nel sistema non se ne parla.

3.7.2015 Gola del Fiastrone
La radio annuncia caldo allucinante per tutta la penisola, mariateproveda, urge trovare zone fresche, per cui andiamo alle gole del Fiastrone, onde risalirle. Lasciamo la macchina al cimitero di Monastero e leggo un'ordinanza che vieta di passare dentro le gole, tipo con i piedi ammollo per capirsi. Resto perplessa e il Nozz dice che l'ordinanza, essendo dell'anno scorso, è scaduta. Lungo il sentiero, questo si noioso, che porta alla gola, l'unica nota positiva, oltre l'ombra, è qualche boleto interessante. Arriviamo alla gola e ho un caldo boia, il torrente scorre impetuoso, tanto da aver distrutto ogni traccia di sentiero. Ora si pone il problema di mettere i piedi ammollo, se vogliamo sperare di rintracciare il percorso divelto. Ma c'è l'ordinanza bella in vista, come dire, lo sappiamo che voi non vedere l'ora di mettere i vostri piedacci nell'acqua gelida, ma intanto la beve tutta la valle e poi se casca un macigno e vi seppellisce non ne vogliamo saper nulla di risarcimenti, morite dove state e bon, che tanto c'è un accogliente cimitero là sopra che vi aspetta. Noi i piedi ammollo li abbiamo messi perchè saremmo morti di colpo di calore, veramente, avrei anche rintracciato una specie di percorso che zompetton zompettoni tra massi in bilico forse forse era l'antico sentiero. Ma il Nozzolone dichiara che è troppo pericoloso, confermando perciò l'ordinanza. E ora? Ci sarebbe un percorso che porta alla grotta del frate e alle lame rosse, ma prima di tutto è ben lontano e pure ripido e poi c'è sempre da attraversare il torrente in piena e, secondo il Nozz, ci porta via in braccio al Sindaco che sta sotto a far la multa agli indisciplinati. Non ci resta che tornare e far incetta di funghi, tra cui un bel porcino. Ma il giorno è lungo, propongo di fermarci al lago di Fiastra come normali turisti. Il Nozz alla prima panchina all'ombra si ferma e dichiara che la sponda del lago è troppo assolata e non gli piace. Io trovo una specie di ombra e resto là alla sponda, guardando uno che si fa il bagno. Chissà che acqua ghiaccia penso, macchè, più calda della piscina di Ciampino, per cui faccio due bei bagni corroboranti e poi torno su a vedere se il Nozz s'è lessato di caldo. Insomma, per riprendersi si ferma al monastero di Macereto, laddove il mulo non si è più mosso, e imitandolo, ha tirato fuori la sediola aspettando che torni l'inverno. Fortuna che, ricordandosi dei funghi, ad una certa siamo tornati al campeggio a cucinarli. Buoni assai.

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