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4.7.2015 Pizzo 3 Vescovi
La prima escursione della giornata è comprare un po' di viveri all'Eurospin di Borgo Cerreto, non che qui non ci siano alimentari, ma intanto son sempre chiusi, hanno due cose due e poi te le fanno pagare come se fossimo a Portofino. Fatto rifornimento, possiamo andare verso Casali alla volta del rifugio Fargno. Apprezziamo assai la comodità di arrivarci in macchina, che fare 13 km sotto un sole implacabile in una sterrata sassoso-polverosa non rientra nei nostri desideri più segreti. A sto punto mi prendo un bel caffè e, vista la gentilezza dei gestori, chiediamo se si può mangiare a qualsiasi ora “certo!” ecco, questo ci piace ancor di più. Quindi passiamo al duro lavoro quotidiano, salire un monte qualsiasi. Ce ne sono 4 all'orizzonte, quello che preferisco è il Pizzo Berro, tutto cresta ardita, pare, ma il Nozz non è di tale avviso “troppo lontano, andiamo a Pizzo 3 Vescovi”, praticamente il primo sopra il rifugio. Va ben, non obietto, che la caviglia malandata comincia a dar segni di sé. La salita è piacevole, piena di fiori quanto basta, tra cui un geranium ancora non visto qua (austroapenninum? forse..), un gregge di pecore, la vista sulla gola dell'Ambro e sul Monte Priora. Giunti alla croce, il Nozz manco si mette in posa per la foto di rito da mettere per gli impiccioni di fb, via verso il rifugio “Mangio là!”. Le foto le faccio io che mi piace far parte degli impiccioni e via, zoppiconi verso il rifugio. “Che c'è da mangiare?” “pasta con tutte le erbe dei sibillini, ricotta e formaggio fatti 5 ore fa!”. Il Nozz si prende la pasta e io la ricotta che mai ne ho mangiata di più buona, comparabile con quella di Pietro. Mentre gustiamo ste delizie la gestrice viene a far convenevoli e scopro che è una mia collega, che abbiamo avuto la stessa capa e via, a parlar in lungo e largo del Ministero e le sue nefandezze. E meno male che me ne sono andata!! che mi va di traverso la ricotta al solo ricordo

5.7.2015 Lago di Pilato.
A che serve fb?a impicciarsi degli affari altrui? No! Ad andare al Lago di Pilato. Perchè aderisco volentieri all'invito di Luca “vieni al lago di Pilato col CAI di San Sepolcro!”, che se non m'impicciavo su fb non l'avrei saputo. Il Nozz è ben contento di mandarmi, primo, perchè resta finalmente fermo, secondo, perchè non gli rompo di andarci insieme. “Ho la caviglia dolorante” spiego a Luca “quanto camminate?” “devi venire” insiste “perchè siamo in 20 e parecchi non sono allenati affatto”. Bon, quand'è così... Per ogni buon conto alla Forca di Presta mi accodo a Monia che mette le mani avanti “oggi non mi va, cammino piano”. E mi trovo benone, ma vedo che anche il gruppo cammina piano, solo gli speleo Luca ed altri due vanno come treni. Ad una certa, tutti si fermano, meglio, almeno posso salire a passo mio fino al rifugio Zilioli fotografando fiori. Arrivati il rifugio, tutti fermi a mangiare. Suppongo che il lago stia qua sotto e poi scendiamo e finita l'escursione. Macchè. Sento il capo gita (non ricordo i nomi dei 20, ahimè) descrivere l'itinerario “si scende al Lago di Pilato, si passa sotto alle pareti di Pizzo del Diavolo, si sale a Forca Viola e si scende a Castelluccio di Norcia, solo 18 km, 1000 m di dislivello in salita, 1500 in discesa”. Mecoions. Non c'è possibilità di fuga, il Nozz e Pietro ci aspettano a Castelluccio. Risaliamo la sella delle Ciaule e giù verso il Lago di Pilato, attraversando un bel circo glaciale costellato di doline. La visione del Lago è ancora più bella di quanto m'aspettassi e mi trovo a proseguire lesta lesta verso gli occhiali lacustri con lo speleo, raccontandoci le grotte. Intanto faccio conoscenza con uno che s'interessa di flora e mi chiede spiegazioni. Mihhh gongolo come un tacchino mentre descrivo ogni fioretto, e qua ce ne sono a migliaia. Al lago vorrei vedere il famoso Chirocerphalus marchesonii ma appena tentiamo di avvicinarsi alla sponda arriva in gran carriera uno che ci intima di stare un metro indietro. Va ben, fotografo lo stesso l'acqua, sia mai che nella foto esca qualche bestietta rossa. Poi vado a stravaccarmi con tutti gli altri sopra il nevaio, che stavolta è ora ufficiale di pranzo. Ma, contrariamente a quelli di Frascati, che si fermano lo stretto indispensabile per ingurgitare una banana senza masticare, questi non si alzano per niente, si fermano ogni piè sospinto e mettono radici, quasi quasi mi trasferisco. Però ormai sono stata allevata dai Frascatani e all'invito dell'amante dei fiori di fare il giro dei laghi, aderisco senz'altro. Così scopro che lui ha frequentato il gruppo speleo di Grottaferrata, prima che diventassero i famigerati cugggini, poi che il secondo lago pullula di crostacei e non c'è il tizio che sorveglia, così ci fermiamo a fare una marea dei foto di gamberetti. Al ritorno vedo che il gruppo si sta muovendo compatto, almeno all'inizio, poi si divide in veloci e lenti ma io, dovendo fotografare fiori, sto equidistante. Veramente vorrei trovare anche una pianta, un masso, un anfratto dove svuotare la vescica, che fossi in grotta non avrei problemi di sorta, ma qua sotto il sole implacabile e una processione di persone che vanno e vengono non so come fare, tra l'altro anche Monia ha la stessa esigenza. Non so come ha risolto lei, ma io ho intimato tutti di guardare da un'altra parte che mica posso scoppiare e poi se guardano, sti cavoli, peggio per loro. Ora la fila prende un lungo sentiero che costeggia le pareti di calcare massiccio del Pizzo del Diavolo e vedo una processione che viene dall'altra parte, tra cui Maurizio del Cai di Frascati. Urka, mi è venuto a sorvegliare!!! così faccio finta che noi siamo velocissimi e con nonchalance dico “sto facendo un'escursione col CAI di San Sepolcro” tipo chettecredi, questi son fortissimi. Però per fare tutti questi convenevoli resto indietro proprio nel tratto ripidissimo che sale a Forca Viola. Maronna!!!!!!!!! mi tocca pure fare la parte!! Salgo con la lingua che struscia per terra e trovo il solito stravacco alla Forca. Così telefono al Nozz “ora non ci resta che scendere, ci metteremo due ore” pensando che almeno una la passiamo a levar le tende. Ma appena qualcuno decide che, effettivamente, sarebbe ora di scendere a Castelluccio mi accodo alla processione di un gruppo che sta avanti e seguo questi finchè non li vedo troppo lenti e con qualche escamotage li supero. Che il Nozz mi aspetta!! e mi riconosce perchè sono l'unica che esce dalla fila e si ferma a fotografare fiori. Che quelli che vedo a Castelluccio mi ripagano di ogni fatica, finalmente la piana è al pieno della fioritura e finchè aspetto il resto del gruppo, li fotografo tutti, uno per uno!!!

6.7.2015 Pizzo Berro.
“Oggi andiamo a Pizzo Berro” propone il Nozzolone, resto stupita “ma non era troppo distante?” “Si ma c'è il rifugio Fargno dove si mangia la pastasciutta” “vedrai che lunedì è chiuso” rispondo scherzando, ma, come la Sibilla appenninica, c'azzecco. Effettivamente è chiuso per cui, comprensiva, propongo al Nozz di fare qualcosa di più semplice. Macchè “ormai siamo qua stringiamo i denti e andiamoci”....pure digiuni, penso, questo qua si sta caifrascatando. In effetti prende un via che levati e mi tocca fermarmi, che con sto caldo mi sta prendendo un coccolone. “Che ti è preso oggi?” domando “ho mangiato la pasta avanzata di ieri” ahh si vede che è dopante, sta pasta. Facciamo sta cresta ripida e mille anticime peggio del Circeo finchè, quando manca pochissimo alla vetta, che il sentiero è praticamente pianeggiante, il Nozz si ferma. Finito l'effetto doping. “Vuoi andare in cima?” mi chiede e io, per non far la figura di Elena rispondo “no” bugiardamente; “è che volevo affacciarmi all'Infernaccio” “se è per questo basta seguire sto sentiero che taglia e c'arriviamo”. Meno male che l'abbiamo preso! Mai visto un prato fiorito di sta sorta, come un Castelluccio di Norcia trapiantato qua e, nientemeno, scopro la Nigritella, rara strarara a rischio di estinzione, che mai avrei sperato di incontrare. A proposito di incontri, abbiamo visto anche la famosa vipera dell'Orsini che, stizzosa, se n'è andata senza farsi fotografare. Almeno uno di animale selvatico, dico io, che sti Sibillini sono avari di bestie. Arriviamo alla sella verso il Monte Priore e c'affacciamo all'Infernaccio ma sale una nebbia che impedisce di vederlo per bene con la Sibilla dietro. Allora torniamo sperando che la nuvola resti sopra di noi per sempre, che fa un caldo che metà basta. Sul sentiero incontriamo un ragazzo e una ragazza che ci chiedono dove sta la fonte, visto che il rifugio, dove dovevano far provvista d'acqua, è chiuso. “Quassù non ne trovate, dovete scendere parecchio se volete continuare il giro dei Sibillini, intanto prendetevi la nostra per sopravvivere alla prossima”. Come buona azione quotidiana stiamo a posto. Troviamo la macchina bollente sotto un sole implacabile, urge trovare ombra e, possibilmente, fresco. Lo troviamo a ridosso del torrente Ussita, dove ci stravacchiamo tutto il tempo in attesa del tramonto. Che con sto caldo anche i Sibillini spelati sono proibitivi. E piantatecelo qualche albero, dico io!!! che i forestali in dismissione, a questo servono.

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